MODA & MODI: tacchi assassini
La prima fu Naomi Campbell, ma allora era davvero una rarità. Nella sfilata per Vivienne Westwood del marzo 1993, issata su un paio di scarpe a pagoda con il plateau di legno chiaro, capitombolò sulla passerella per la gioia dei fotografi, esibendo anche quelle porzioni di coscia che il microscopico kilt riusciva a coprire. Dovevano essere più o meno dieci centimetri, un'altezza su cui oggi si arrampicano agilmente le adolescenti. Il volo della regale Naomi, che per la verità, come testimoniano le immagini, si rimise in piedi con un broncio tra il sorpreso e il seccato, fu citato in una celebre puntata di Sex & The City, quando Carrie, reclutata per una sfilata da Dolce & Gabbana e coperta solo da mutande color carne e trench bluette, si schiantò miseramente a metà percorso, riuscendo però a riguadagnare la verticalità degli stiletto con molta classe.
Naomi, da precursora di ruzzoloni da passerella, continua a collezionare cadute, anche trasversali. Vedere per credere la sfilata organizzata dalla marilyn nera in favore di Haiti, dove la sua collega, la modella Agyness Deyn, è precipitata dai trampoli per ben due volte, risolvendosi alla fine, e per nulla imbarazzata, a liberarsi dalle zeppe vertiginose e a proseguire la sfilata a piedi nudi.
Agyness Deyn a terra al Fashion for Relief Haiti |
Se riusciremo a dimenticare gli effetti collaterali dai nomi inquietanti (tipo il neuroma di Morton, sindrome caratterizzata da un dolore lancinante alla pianta del piede...) e ci avventureremo sui perigliosi tacchi dell'estate, armiamoci di una dose di faccia tosta proporzionale ai
centimetri e, come Carrie spiaccicata sulla passerella, ricaviamone almeno una massima di vita: "L'importante è rialzarsi". A meno di non assomigliare a Jennifer Lopez che, al suo rientro dopo la gravidanza agli American Music Awards del 2009, franò indenne da una piramide umana di ballerini. Più che di grazia innata, questione di sedere.
@boria_a