MODA & MODI Profondo bordeaux |
Ci siamo sentiti ripetere fino allo sfinimento nei mesi scorsi che "grey is the new black" e anche che "orange is the new black" (qust'ultimo adagio sulla scia dell'omonima serie tv, uno dei nuovi successi Usa, dove l'arancione in questione è quello delle divise del carcere femminile Litchfield: colore-corazza, dunque, dentro cui fronteggiare i freddi a venire...).
Ma il grigio, per quanto le griffe si siano sforzate di galvanizzarlo con tocchi da star trek, glitterandolo e trasformandolo qua e là in argento, rimane una tinta ostica, che porta con sè l'idea delle mezze maniche da ufficio, del grembiule del bidello, della sottana della suora, della fodera cattura-macchia. E l'arancione? Mette allegria, è "vitaminico", come piace al gergo della moda, è il colour block per eccellenza, quello che buca, che non passa e non fa passare inosservati. Tutte qualità sacrosante, che hanno un comune risvolto della medaglia: l'arancione stanca. Si mette un po' di volte e man mano esaurisce la sua batteria, diventa "già visto" e "troppo visto", si spompa.
Il bordeaux, al contrario, con la sua palette che va da un estremo all'altro, non pretende di essere "the new black", il colore-non colore che soddisfa una gamma vastissima di identità, dalle fashioniste alle feticiste, dalle dark alle luttuose, dalle poco fantasiose alle insicure. Si impone senza essere invadente.
![]() |
Mia Tanjevic, modella d'eccezione |
L'abbinamento preferito dagli stilisti è col nero, ma lo si trova combinato col panna, col grigio, col verde muschio, perfino col bluette. Chi lo ama può osare il total-red, meglio se alte e slanciate. È il colore del passaporto, un passe-partout, appunto, per ore e occasioni diverse, al lavoro o da gran sera.
twitter@boria_a