Attraverseremo l’inverno con una seconda pelle. Morbida, colorata,
fluida, lavabile e rigorosamente “eco”. Il giubbino da biker, riscoperto nella primavera appena passata ma “ripulito” dalla sua identità punk e
rock, per abbinarsi (e ingentilire) vestitini a fiori, abiti da sera lunghi fino ai piedi, gonne plissè e pantaloni a sigaretta, resiste e non sarà certo l’unico ritaglio di pelle nel guardaroba. Anzi.
Dai grandi magazzini alle griffe, l’ecopelle è una tendenza trasversalee democratica (attenzione, però a non farsi prendere dal “trip” green e arraffare qualsiasi cosa venga spacciata come “naturale”: si tratta sempre di un prodotto di derivazione animale che viene conciato con metodi rispettosi dell’ambiente, mentre la “pelle sintetica” può essere anche un tessuto, ma “spalmato” di materiali plastici o composto di sola
plastica). Di eco-pelle ce n’è per tutti i budget, chiunque voglia togliersi lo sfizio di un pezzo potrà permetterselo, la differenza la faranno solo - firme a parte - qualità e ricchezza di tagli e dettagli.
È una pelle, quella della stagione 2014-’15, finalmente elegante e discreta, avvolge il corpo, accompagna le forme, non le imbusta in un involucro spigoloso e innaturale. E anche i colori non si limitano al nero, che è comunque predominante, ma si sbizzarriscono in un’ampia
palette di nuance: il grigio, il bianco, dal ghiaccio al torrone, il verde, il bluette, il blu profondo, il mou, l’arancio...
La pelle degli anni Ottanta e Novanta è un ricordo lontano. Allora si trattava per lo più di pantaloni taglio jeans o di pencil skirt col piccolo spacco posteriore per agevolare il movimento dentro un indumento rigido. Di qualche soprabito dal sapore vagamente prussiano. O dellegiacche degli anni del punk, borchiate e arrabbiate per i più ortodossi,
con le spalle rinforzate, i grandi revers, le punte aguzze per le signore alla “Dallas”, che amavano cotonarsi e corazzarsi.
Ecco, è tempo proprio di cambiare pelle. Che ora ha la consistenza di una seta e disegna capi ben definiti: la gonna a ruota, o pencil ma con tasche che sporgono come appendici, la camicia con la cascatella di rushes o decorazioni di tagli al laser, legging o pantaloni a campana, anche la gonne-pantalone, altro must “reloaded”. I più belli sono gli abiti, che spesso hanno tasche e applicazioni in camoscio, o i vecchi “scamiciati”, alla Claire di “House of Cards”, raffinatissimi con la camicia bianca maschile o le resuscitate dolcevita. È una pelle molto adattabile, basta non cedere al total-skin da motociclista.
twitter@boria_a
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