MODA & MODI
Di che boot sei?
Di che boot sei?
Ankle boots, biker boots, Chelsea boots, daily boots. Pare che senza uno qualsiasi di questi boot alle estremità, non si possa andare da nessuna parte. Gli stivaletti per ogni ora del giorno e della notte assediano le vetrine, in un tripudio di borchie, catenelle, plateau, lacci, fibbie, elastici, vernice e pelle, camoscio e gomma. Di rigore il nero, possibilmente con qualche bagliore metallico. Che fare? Lasciarsi tentare da un'appendice da motociclista, modalità cattiva ragazza, o dai tronchetti da gran sera, che raggiungono a stento la caviglia dopo essersi arrampicati su uno stiletto perlomeno dodici? La scelta è ardua, perchè prima di infilarsi nei boots, in tutte le loro immaginifiche varianti terminologiche, vanno studiate con cautela posologia e controindicazioni. I più inoffensivi sono i Chelsea, punta rotonda, elastico laterale, tacco inesistente: nacquero in epoca vittoriana e raggiunsero la fama quando li adottò, negli anni '60, il "Chelsea set", come la stampa chiamava quel gruppo di artisti e fashionisti ante-litteram che frequentava King's Road a Londra e che comprendeva Mary Quant e la modella Jean Schrimpton. Piacevano anche ai Beatles, seppure con l'aggiunta del "cuban heel", un tacchetto più alto. I "Chelsea" sono pratici, disinvolti, comodi, sia con i pantaloni a sigaretta sia con gonne e vestitini. Non richiedono gambe da top-model perchè si fermano discretamente a livello caviglia, evitando di segare in due il polpaccio e di scombinare tutte le proporzioni. Altrettanto non si può dire dei biker, stivaletti da centauro più o meno alti, tacco squadrato, carroarmato e ammenicoli vari, meglio se pungenti e luccicanti. Si sprecano i consigli per "ingentilirli" con gonnelline di tartan o twin-set pastello della mamma. Ma che senso ha infilare una calzatura per digrignare i denti, se poi ci si preoccupa di smorzarne l'effetto? Piacciono? E allora subito in sella con chiodo e jeans skinny, scendendo quando si avvicinano gli "anta".
Daily e ankle boots sono le due facce della stessa scarpa, altezza caviglia: da giorno tacco robusto, da sera spillo. Le puriste li tengono distinti dal tronchetto, che si avventura più in su lungo il polpaccio. Il conteggio dei centimetri è irrilevante: gli ankle sigillano il collo del piede e riducono l'altezza. Quella "percepita", certo, ma le bassine vanno ancora più giù.
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