MODA & MODI
Chemisier senza età
Jennifer Lopez a Parigi in luna di miele |
Nel guardaroba da luna di miele parigina di JLo (tranquilli: sembra rientrata la fake news di un divorzio lampo dopo appena tre settimane), tra dimenticabili zeppole e pantaloni a zampa di elefante, c’è un pezzo che riscatta tutti gli altri: il vestito bluette. Finalmente liberata da jeans e top studiati apposta per far risaltare i plurimi lati, il B in testa, che l’hanno resa famosa, la neo signora Affleck è uscita per la cena dall’Hôtel de Crillon in un abito chemisier a maniche lunghe e a sbuffo, colletto, gonna ampia e asimmetrica, lunga fila di bottoni davanti e vita segnata.
Tributo alla griffe a parte (la firma è di Alexander McQueen, la stessa dell’abito da sposa), tanta linearità e sobrietà hanno colpito, non solo perchè incongrue al personaggio, solitamente inguantato in qualsiasi cosa si metta addosso, ma perché riassumono l’unica tendenza dell’estate che contrasta la deriva balneare dell’abbigliamento: il vestito. Un semplicissimo, fresco, coprente abito-camicia. Che non strizza, segna, aderisce, comprime, ma lascia il corpo libero di muoversi e respirare. Capo passepartout per eccellenza, è quello che merita comprare nell’onda lunga dei saldi: di moda ma fuori dalle mode, lo indosseremo ancora la prossima estate senza preoccuparci di avere addosso un vestito datato o segnato da un riconoscibile ghiribizzo di stagione. Se ne vedono parecchi in giro, anche nelle vetrine, e ci riconciliano con un senso di misura, e misure, che pare confuso.
Nell’abbuffata insapore di sederi e pance in libertà, lo chemisier spicca per la sua discrezione. JLo è solo l’ultima testimonial di un capo di ispirazione maschile che viene da lontano, molto prima che Hubert de Givenchy e la sua musa Audrey Hepburn ne facessero negli anni Cinquanta la quintessenza di una pratica eleganza senza tempo, abito femminile proprio perché parco di leziosità: tessuti rigati, colletto a punta, linea diritta.
Ma già agli inizi del ‘900 Worth e Poiret sperimentavano il taglio a camicia, poi ripreso dai grandi nomi del secolo, Chanel, Paquin, Lanvin. Il vestito ha così attraversato i decenni giocando sulle lunghezze, ampliando la donna, alternando le tinte unite ai fiori e alle righe, ma restando sostanzialmente se stesso: un pezzo fresco e veloce, che si presta ad accompagnare diverse occasioni e ore della giornata.
Audrey Hepburn negli anni '50 |
Nel 1940 Katharine Hepburn vestiva uno chemisier bianco in “Scandalo al sole”, all’ultimo Festival di Cannes un’attrice altrettanto regale come Tilda Swinton l’ha indossato in diverse varianti e tutte con collo maschile, compresa quella da tappeto rosso, lunghissima e bianca, con la gonna che si apre a sirena. Per dovere di cronaca va segnalata un’altra affezionata allo chemisier, Meghan Markle, moglie del principe Harry, che ne ha sfoggiati parecchi in varie tinte, di qua e di là dell’oceano, compreso quello bianco svasato e con cintura nera, nella giornata inaugurale delle corse di cavalli ad Ascot, nel 2018, un mese dopo il matrimonio, perfettamente in linea con i rigidi codici dell’esclusivo Royal Enclosure, il livello di accesso dei reali, che impone alle signore abiti dal taglio modesto e cappelli con base minima di dieci centimetri.
Tilda Swinton al Festival di Cannes 2022 |
Meghan Markle e il principe Harry ad Ascot il 19 giugno 2018 |
Inappuntabile e versatile, lo chemisier non ha età. Copre, o scopre con misura. E questo è il segreto che funziona per tutte.
Nessun commento:
Posta un commento