Al giapponese Ichiro Suzuki l'undicesima edizione del fashion contest
ITS 2012 premia, con il riconoscimento più importante, la "Fashion collection of the year", il giapponese Ichiro Suzuki e i suoi completi maschili, estrosi e rigorosi, che riscrivono in tre dimensioni l'eleganza di Savile Row.
La collezione maschile del giapponese Ichiro Suzuki (foto Paolo Giovannini per Il Piccolo) |
È "grazia", parola da romanzo ottocentesco, il filo conduttore di queste due collezioni, le più riuscite, le più emozionanti dell'undicesima finale di ITS. I talenti già maturi hanno fiutato l'aria: per entrare, e restare sul mercato - le grandi griffe insegnano, sostituendo stilisti asciutti a pazzoidi puri - ci vogliono estro e creatività, ma combinati con misura, portabilità, producibilità. Non inganna la prima uscita in passerella, gli uomini vestiti da suore e monaci eremiti della russa Veronika Kallaur, avviliti in contenitori che dovrebbero essere gonne e in copricati ispirati ai popi e alle "cornette", le cuffie con le ali delle religiose ospedaliere, poveri maschi grotteschi piuttosto che ieratici. È il tributo allo spettacolo della moda, alla moda spettacolo, anch'essa da sottoporre a un'urgente "review", di spesa e soprattutto gusto. Basta la seconda collezione, firmata da Shengwei Wang, vincitrice del "Modateca Award" di 3mila euro, a riconciliarci con i vestiti che, peso del materiale a parte, vorremmo appendere nell'armadio. Il pretesto di un omaggio a Frida Kahlo, viene dalla giovane cinese declinato in un unico modello, sempre lo stesso, dove la sorpresa è il magistrale patchwork di lana, metallo, pizzo, macramè: un involucro protettivo e raffinato per la pittrice, "uccello senz'ali", ma, portato con scarpe basse e calze spesse, per qualsiasi donna sappia sedurre senza mostrare nulla. Agli uccelli si ispira anche Mark Goldenberg che traduce la linea dell'ala ripiegata in abiti torrone e bluette, e in una camicetta verde acido dagli intrecci metallici ricoperti con lana e cotone tessuti a mano: il punto di partenza è cerebrale, la citazione delle sculture di Naum Gabo, ma i capi trovano la sintesi tra ispirazione e voglia di farsi indossare.
Un outfit di Mark Goldenberg |
Le donne di Marius Janusauskas, vincitore del Diesel Award (P. Giovannini) |
@boria_a
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