Non è un Capodanno in rosso. Per la prima volta, da anni a questa parte, il colore delle feste per antonomasia disturba nelle vetrine. I soliti reggiseni e i perizomi beneauguranti tinta fiamma non bucano il vetro, non penzolano pimpanti ad altezza occhio in un fuoco artificiale di pizzi e applicazioni, piuttosto se ne rimangono sdraiati, pensionabili, tra più modesti berretti col pon-pon e muffole. Non è solo colpa della crisi, della cui immanenza è comunque difficile scordarsi anche solo per un istante. Questione di feeling: non c'è l'umore, la spinta. Vediamo rosso, ma non addosso a noi. Qb, quanto basta, suggeriscono i capi rimasti a testimoniare le stagioni in cui tavolate e signore parevano sul punto di prendere fuoco. Così ci lasciamo alle spalle la superba gonna lunga di shantung, una pennellata ardente che esplode dietro il vetro, come faremmo con una puntata del Natale a Downton Abbey: era tutto così perfetto, peccato che sia finita. Che colore ha allora lo spirito di queste feste?
Il nero dilaga nelle strade, contro ogni tentazione di cromoterapia antidepressiva. È immutabile, rassicurante, parla al budget prima che al cuore: durerò, ci promette, per tante occasioni ancora, sono la tinta più smemoratamente riciclabile, ti renderò identica, a dispetto degli anni, come un'iniezione di botox. Ma qualcosa ci dice che non è nemmeno un Natale in nero, seppure declinato in sete, trasparenze, pizzi, pelle ed ecopelle. No al Black Christmas come il Black Friday, il giorno dopo Thanksgiving, quando in America orde di consumatori a digiuno danno il via ai saldi natalizi arraffando i capi a buon mercato, in un'ubriacatura di quantità. Guardiamoci intorno, è tempo di sfumature. Non di grigio, ormai esasperante con tutto il suo strascico di implicazioni pseudo-erotiche. Nessun colore è definito: il bianco sfuma nel torrone, il rosa nel cipria, il blu nel cobalto, il verde muschio si fa acquoso, il giallo evidenziatore impallidisce ma si carica di bagliori, di pagliuzze, diventa dorato, rotondo. Le pubblicità dei profumi, dei gioielli, degli accessori ci avvolgono in un'onda pastosa, senza punte, senza tinte urlate. Il 2014 - secondo il Pantone Color Institute, l'azienda americana che lancia i colori per industria e grafica - sarà "radiant orchid", mix di fucsia, viola e rosa. Nuance luminosa, che ispira fiducia, ma anche enigmatica, equilibrista. Un po' come stiamo imparando a essere noi, meno asseverativi, più alchimisti.
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Radiant orchid per il 2014 |
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