IL LIBRO
Roberto Capucci e il filo dello stupore
“Nove gonne”, “Ventagli”, “Giorgini”. Dietro ogni creazione di Roberto Capucci ci sono storie, ricordi, suggestioni, viaggi, amicizie. Ed è l’amicizia, la conoscenza e l’ammirazione per l’opera del couturier, uno degli ultimi grandi della moda italiana, a sostanziare il libro “Lo scultore della seta. Roberto Capucci, il sublime della moda”, firmato dal giornalista Gian Luca Bauzano, edito da Marsilio nella collana Mestieri d’arte della Fondazione Cologni (pagg. 289, con un importante apparato iconografico).
Capucci stesso definisce questo compendio “il più completo” realizzato sulla sua carriera, lunga settant’anni, ma anche sui metodi di lavorazione e la sublime artigianalità di ognuna delle sue opere, da tempo ospitate nei musei più importanti del mondo.
Nel 1995 fu invitato alla Biennale di Venezia da Jean Clair con dodici sculture tessili ispirate ai minerali (non senza aspre contestazioni degli artisti), l’anno scorso il suo celebre “Angelo d’oro” ha varcato l’oceano per entrare al Metropolitan di New York nella mostra “Heavenly Bodies. Fashion and the Catholic Imagination”, in dialogo con capolavori dell’arte ecclesiastica e con i tesori del Vaticano. Bauzano ci racconta un’avventura straordinaria dell’estro e della fantasia con il rigore del biografo, ma lasciandosi condurre da stupore ed emozione. E il libro si legge come un romanzo.
@boria_a
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