martedì 15 gennaio 2019

LA SCRITTRICE

 Torna Ilaria Tuti con la sua "Ninfa dormiente"


Ilaria Tuti fotografata da Beatrice Mancini



 S’intitola “Ninfa dormiente”, titolo scelto dall’autrice, e uscirà la prima settimana di maggio. Ilaria Tuti, la giovane scrittrice di Gemona, caso letterario 2018 con il suo primo libro, il thriller bestseller “Fiori sopra l’inferno” edito da Longanesi, anticipa con trepidazione qualcosa del nuovo giallo. È già terminato e in fase di editing, e avrà ancora una volta come protagonista l’ispettrice Teresa Battaglia, cinquantenne provata dalla vita, dalla determinazione incrollabile ma al tempo stesso fragile ed empatica, questa volta alla prese con un’indagine in una valle delle prealpi friulane, «che ha alle spalle una storia importante». Il romanzo prenderà le mosse come un giallo classico, con un caso di morte che ci riporta alla prima guerra mondiale e un quadro misterioso, ma il dipanarsi dell’intreccio lascerà molto spazio all’approfondimento sulle storie personali dei personaggi: Teresa, che incontrerà sul suo cammino un nemico che viene dal passato, l’ispettore Marini, il collaboratore fresco di scuola di polizia, con una ferita che l’ha allontanato dalla città e indotto a trasferirsi nella ferigna montagna friulana, e un nuovo arrivo, una giovane fortemente voluta da Teresa, in cui l’ispettrice riconosce se stessa, la sua tempra ma anche le difficoltà degli inizi.

«Non nascondo che il secondo romanzo è pesante dal punto di vista psicologico», dice Ilaria Tuti. «Nel primo ti butti, ora invece le aspettative sono alte, è come se tu avessi fatto una promessa ai lettori. Questa nuova storia è difficile da etichettare, è un thriller non canonico che avevo dentro da tanto tempo, ancora prima di “Fiori sopra l’inferno”. C’è una storia vera e ci sono i ricordi di una persona vera, la memoria storica del paese, che mi ha accolto nella sua casa e mi ha aperto il cuore. E poi tanti risvolti sociali, antropologici, politici. È un romanzo d’ambiente, che dà spazio alle vite dei singoli caratteri. Il mio editor, Fabrizio Cocco, dice che la mia narrazione crea assuefazione e ci vuole un po’ di tempo per prendere le distanze dalla storia».


Ilaria Tuti è appena rientrata da Madrid, dove ha festeggiato l’uscita in castigliano e catalano (il traduttore è Xavier Gonzàlez Rovira) del primo libro con l’editrice Alfaguara del gruppo Penguin Random House, che verrà diffuso anche nei paesi latino-americani, seconda traduzione straniera dopo quella francese, uscita a settembre. In febbraio il thriller sarà disponibile in inglese per Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda, in aprile negli Stati Uniti, quindi in Grecia, Olanda, Serbia, Polonia, Norvegia, Repubblica Ceca per un totale di ventidue paesi, dove anche il secondo romanzo è già stato venduto.












«In Spagna - racconta Tuti - sono stata accolta molto bene, mi ha intervistata la radio nazionale, è arrivato “El Mundo”. Il traduttore si è affezionato ai personaggi e ha trovato una grande sintonia sull’ambientazione. Teresa Battaglia ha qualcosa di Petra Delicado, amatissima investigatrice creata da Alicia Giménez-Bartlett, ma anche qualcosa di Amaia, l’ispettrice dei gialli di Dolores Redondo, un’autrice attenta come me alle tradizioni, alle radici, alle credenze popolari, a un mondo antico assediato dal progresso, ma anche al rapporto della donna con la maternità. In Spagna credono molto nel libro».

Intanto, tra una fiera letteraria e l’altra, Ilaria Tuti continua ancora a occuparsi di pratiche d’appalto, seppure a tempo molto ridotto rispetto al passato. Per la sua investigatrice Teresa, invece, potrebbe prospettarsi un futuro anche televisivo. La società di produzione Publispei ha acquisito i diritti dei libri e si è presa un paio d’anni di tempo per valutare se ricavarne un film o una serie. —

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