sabato 13 settembre 2014

MODA&MODI

La terza età della lingerie

La biancheria intima sfiziosa non è solo cosa da ragazzine o da signore negli anta con un fisico che regge pizzi e trasparenze. E la pubblicità cerca nuove immagini e linguaggi per catturare quella fetta di mercato femminile che, per età o disinteresse, non si azzarda oltre mutande e reggiseni spartani e contenitivi, rigorosamente di cotone. L'overdose di sederi brasiliani e gambe allungate dal photoshop, annoia. Riviste e pubblicità online ce ne scaricano addosso dosi massicce: sia intimo a basso prezzo o lingerie supergriffata, l'effetto è quello di una galleria uniforme, nei tagli e nei colori, con pezzi simili per corpi perfetti e attraenti, senza bisogno di nessun additivo.
La novità, allora, è la normalità. La naturalezza di un fisico con i segni del tempo e di una donna bella nella sua terza età, che trasmettere la voglia di sentirsi attraente, soprattutto per se stessa, senza l'ansia da prestazione della lingerie da boudoir. È l'ultima campagna del brand American Apparel, da tempo nel mirino dei censori della pubblicità per le sue scelte provocatorie. Questa volta, per la linea di intimo, ha scelto la sessantaduenne, non modella professionista, Jacky O'Shaughnessy, "postata" su Facebook e Instagram in un reggiseno di pizzo a fascia e mutande alte, capelli grigi lunghissimi e nient'altro che rossetto rosso. Il messaggio è sottolineato dallo slogan: "La seduzione non ha data di scadenza". Confortevolmente "comune", un fisico rilassato ma non smagliato, Jacky comunica l'idea più convincente per la consumatrice che si sente inadeguata: non sono troppo vecchia per questi prodotti, anzi, ci sto bene e mi sento bella. La reazione della rete, più disinvolta quando ha a che fare con ritocchi fisici o digitali, è varia: si va da chi si dice orripilato e arrabbiato, quasi che vedere una persona non contraffatta sia la vera frode in commercio, a chi con sollievo si vede rappresentato dalla pubblicità come già è o sarà in un futuro prossimo.
Normalità, vera rivoluzione. Vera impudicizia. American Apparel ci ha già provato tempo fa, scatenando un'altra ondata di riprovazione, con una vetrina di biancheria su manichini con il pelo pubico ben in vista. "Stimoliamo i passanti a valutare che cosa sia sexy e quanto si sentano a loro agio con una donna al naturale" hanno replicato astutamente dal brand. Che così strizza l'occhio anche alle consumatrici "post-femministe", che liquidano l'intimo ricercato come un armamentario a uso e consumo del maschio.
twitter@boria_a

Jacky O'Shaughnessy


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