lunedì 28 settembre 2015

MODA & MODI

Per gli uomini la misura non conta 

 

Pinocchietti: rispettano il dress code delle istituzioni?



Gli addetti alla portineria del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, magari involontariamente, hanno stabilito un assioma: i pinocchietti non costituiscono un pantalone “decoroso”. I fatti sono noti, risalgono a qualche giorno fa e riguardano il corretto dress code nelle sedi istituzionali.

Si presenta in piazza Oberdan a Trieste l’ennesimo visitatore in bermuda e viene messo cordialmente alla porta. In suo soccorso, però, si precipita Bruno Marini, consigliere regionale di atavico corso, che attende l’ospite, e, risolta la faccenda con gli uscieri, lo introduce personalmente nelle sale. Quale la motivazione del politico che ha fatto capitolare i portinai? I pantaloni in questione sarebbero stati più che “decenti” e adeguati all’ammissione nel pensatoio regionale perchè erano sì bermuda, ma “coprivano il ginocchio”.

Il nostro paladino del guardaroba politically correct - che, a memoria d’uomo, per sè medesimo non si è mai avventurato oltre monastiche braghe lunghe blu e grigie, nascoste d’inverno sotto un loden, d’estate abbinate a imperdonabili camicie con le maniche corte - si è armato metaforicamente di un metro e ha stabilito: se la rotula maschile non si vede, le porte del palazzo si aprono.

 
È comprensibile: i custodi delle chiavi si sono rimessi alla volontà dell’amministratore che, sotto sua personale responsabilità e con spregio del ridicolo, ha interpretato su due piedi il cerimoniale vestimentario del consiglio. Ma è un gran peccato che abbiano rinunciato a difendere la loro epidermica e felicissima intuizione: il decoro nei calzoni maschili non è affatto questione di centimetri. Anzi, è l’esatto contrario. Non funziona come in chiesa per le signore, che, ragioni di rispetto e pudicizia invitano a celare le ginocchia agli sguardi.

Se il bermuda si allunga è diventato un pinocchietto, ovvero quel pantalone incompiuto, irrisolto, lievemente scampanato o stretto da elastici come tiranti, che si ferma scientificamente a metà polpaccio, lasciando scoperta una porzione di gamba irsuta (o depilata alla ciclista) prima del carroarmato da ginnastica con fantasmino, nei più temerari del sandalo. Un bragone informe da cui escono zampette da gallina o polpaccioni da mediano di spinta, quasi mai caviglie flautate.
 

È pensabile mettere alla porta del consiglio regionale un ospite in giacca e bermuda sopra il ginocchio - secondo l’interpretazione del completo maschile sulle passerelle nelle ultime tre stagioni - e ammetterne un altro insalsicciato nel respingente pinocchietto? Viva gli uscieri: la misura (ma non sono sempre gli uomini a dirlo???) in questo caso  proprio non conta.
twitter@boria_a


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