martedì 1 settembre 2015

LA STAGIONE

La Contrada a Trieste spariglia le carte: apre Cancun e Miramar finisce in coda

  Il nuovo cartellone della Contrada comincia rovesciando una certezza: il primo spettacolo della stagione non sarà in triestino. “Ritorno a Miramar”, di e con l’irriverente comico Alessandro Fullin affiancato dalla beniamina di casa, Ariella Reggio, sarà lo spettacolo di congedo, in aprile 2016. Una novità, che però cade in un anniversario speciale e gli regala una sfumatura affettiva: proprio in aprile, infatti, quarant’anni fa, la Contrada nasceva.
Il dialetto in coda alla programmazione è solo uno dei tanti cambiamenti di quest’anno, come hanno raccontato nella presentazione di ieri la presidente Livia Amabilino, affiancata dal direttore organizzativo Diego Matuchina e da Matteo Oleotto. Quest’ultimo, il papà del cinematografico Zoran, firma con la Contrada la sua prima stagione da direttore artistico e pure la sua prima regia teatrale, “Vipere”, dal testo del friulano Carlo Tolazzi.
Si rinsalda, inoltre, una collaborazione storica, quella col Dramma italiano di Fiume che, insieme alla Contrada e con una compagnia di attori mista, darà vita a “Zoran e il cane di porcellana”, versione teatrale del film pluripremiato di Oleotto. Non sarà lui, però, a curare la regia («Zoran me lo sono sognato per un sacco di tempo - ha ammesso - alla fine non facevo altro. Sarò un felicissimo spettatore...»), ma Andrea Collavino, ieri ospite al teatro Bobbio insieme a un’emozionata Leonora Surian, da un anno direttrice del Dramma italiano di Fiume, che, tra le prime iniziative, ha voluto appunto riallacciare i rapporti con i colleghi triestini e coinvolgerli nel progetto del “nipote scemo” in versione prosa, una sorta di prequel della pellicola.
Quanto a scambi e intrecci, insomma, la nuova stagione non si fa mancare niente. Ma la reciprocità più “piccante” ha per protagonista la stessa Reggio che, prima di tornare a calcare il “suo” palcoscenico di via del Ghirlandaio, sarà in scena, («un po’ vestita e un po’ no», ha ridacchiato) al teatro Rossetti, nel cast di Calendar girl con Angela Finocchiaro e Laura Curino, storia di signore agée («vecie, insomma») che si producono in uno spogliarello domestico per beneficenza.


Ariella Reggio protagonista di "Ritorno a Miramar" di Alessandro Fullin (courtesy La Contrada)

Per par condicio, la Contrada ospita per la prima volta gli Oblivion, di solito di casa al Politeama, con il nuovo spettacolo “The human jukebox” (dal 19 febbraio), poi in partenza per il Sistina di Roma. «Chiediamo al pubblico di inserire in un’urna il nome del cantante preferito - hanno spiegato ieri il triestino Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli degli Oblivion, in un fulminante corto circuito di battute - noi lo prendiamo e lo distruggiamo. Ogni sera lo show sarà diverso e ugualmente inutile. Proprio inutile, ve lo diciamo subito, noi non vendiamo fumo, ancora...».


Gli Oblivion porteranno al teatro Bobbio "The human jukebox" (ph. courtesy La Contrada)

Dodici spettacoli in cartellone, quattro produzioni firmate dalla Contrada, la conferma dei circuiti “Danza” e “Comici”, entrambi con tre titoli, cui si aggiunge il nuovo “Family Show” per grandi e piccini, con il musical del Principe Ranocchio, il live show “Masha e Orso” e, in marzo, la poesia del corpo interpretata dagli svizzeri Mummenshanz. «Una stagione di cui siamo orgogliosi: ricca, valida, piena di novità», ha detto Amabilino, ringraziando il pubblico per la solidarietà e l’attaccamento al teatro, e le istituzioni pubbliche, Regione in testa, per aver integrato il buco lasciato dal taglio del Fus, che ha minacciato la stessa esistenza in vita della Contrada. «L’anno scorso abbiamo aumentato gli abbonati del 7 per cento. Speriamo di fare ancora meglio...».
Su il sipario il 23 ottobre, con la prima produzione, “Cancun” del catalano Jordi Galceràn, che vedrà Mariangela D’Abbraccio e Blas Roca Rey in una storia, dai tratti comici e surreali, sulle relazioni e i desideri inconfessabili dell’amore coniugale. Dal 6 novembre “Zoran e il cane di porcellana”, scritto da Aram Kian e diretto da Collavino, seguito, dal 4 dicembre, da “Vipere”, nell’interpretazione di Gualtiero Giorgini, Roberta Colacino e Massimiliano Borghesi.
Ambientato nelle Alpi Carniche e basato su lettere autentiche dei soldati, il testo - commissionato dalla Contrada - racconta, strappando anche qualche risata, l’ottusità e l’assurdità della guerra in una chiave originale e universale. Un soldato punto da una vipera ha davanti a sè una demenziale alternativa: morirà prima per il veleno o per una condanna militare?
«Amo molto camminare in montagna - ha esordito l’autore, Tolazzi - la scorsa domenica l’ho fatto per cinque ore in mezzo all’erba, alle pietre e sotto il sole, proprio l’ambiente adatto alle vipere. Camminavo con le mani in tasca, ma chi va in montagna non cammina con le mani in tasca... La verità è che facevo il più antico gesto apotropaico del mondo. Sono molto in ansia per questo spettacolo», ha scherzato ancora. «Mi ero ripromesso di non toccare il tema della guerra, di cui si è già parlato molto, ma ho trovato lo spunto delle lettere irresistibile. È la mia prima regia, potete immaginare l’emozione», gli ha fatto eco Oleotto che, per uno dei singolari intrecci di cui sopra, ha affidato le scene ad Anton Špacapan, già nella squadra del film Zoran e da cui ha “mutuato” sia il cognome che il modo di parlare del ragazzo.
Nomi di richiamo, attori e registi, per gli spettacoli ospiti, che aprono il 20 novembre con un grande classico, “Sarto per signora” di Feydeau, regia di Valerio Binasco e protagonista Emilio Solfrizzi. Dall’8 gennaio sarà la volta dei “Tradimenti” di Harold Pinter nell’interpretazione di Ambra Angiolini e Francesco Scianna diretti da Michele Placido. Ancora un attore televisivo molto amato, Francesco Pannofino, reciterà accanto ad Emanuela Rossi, dal 29 gennaio, ne “I suoceri albanesi” per la regia di Gianni Clementi, cui seguirà, dal 4 marzo, “L’amico del cuore”, scritto e diretto da Vincenzo Salemme, nell’interpretazione di Biagio Izzo.



Emilio Solfrizzi in "Sarto per signora" di Feydeau (ph. courtesy  La Contrada)




Emanuela Rossi e Francesco Pannofino ne "I suoceri albanesi" (ph. courtesy La Contrada)

 Dal 18 marzo sarà in scena uno spettacolo su cui Amabilino e Matuchina hanno richiamato l’attenzione, “Il mondo non mi deve nulla” di Massimo Carlotto, con Pamela Villoresi e Claudio Casadio, che vede tra i co-produttori il Css-Teatro stabile d’innovazione di Udine, «altra eccellenza regionale». Per concludere, dall’1 aprile, la compagnia Attori & Tecnici, specialista in Agatha Christie, torna in scena con “Assassinio sul Nilo” e, dall’8 aprile, spazio alla commedia “Ieri è un altro giorno!” con Gianluca Ramazzotti, Antonio Cornacchione e Milena Miconi, prima della chiusura triestinissima del “Ritorno a Miramar”, cui Fullin minaccia di aggiungere altre trovate.
Parterre de rois alla presentazione, aperta dai saluti del sindaco Cosolini e dall’assessore regionale Torrenti, chiamati sulla scena a ricevere i ringraziamenti per il sostegno alla Contrada nel delicato momento della riforma. «Spero che la stagione vada bene per tutti i teatri triestini, perchè ce lo meritiamo», ha sintetizzato Ariella Reggio. «È un anno in cui succedono strane cose...».
twitter@boria_a

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