martedì 14 agosto 2018

MODA & MODI

Muccata versus Panterata

Il muccato di Calcaterra
 

Sarà un altro inverno bestiale. Come ogni anno degli ultimi dieci a questa parte, le anticipazioni per i prossimi mesi ci propongono una pelle maculata. Ma non l’avevamo già provata a sazietà? Fidatevi, rassicurano i guru delle tendenze: l’effetto savana urbana non va mai fuori moda, è uno dei filoni più coriacei. L’animalier, insomma, ha la pelle dura. E, a dispetto dei suoi tanti e violenti detrattori, la vende cara. Leopardi, ghepardi, zebre.

Ma quest’anno c’è una novità. Tra gli animali esotici, s’insinua una placida e rassicurante pezzata, col suo mantello a larghe macchie bianche e nere. Se non vi sentite a vostro agio nella parte, e nella pelle, di una specie ferina, forse avete un’anima più bovina. Ti va un muccato? Non è una variante del cappuccino, ma uno dei cappotti sfilati in passerella e firmati da griffe di punta. Lunghi fino ai piedi, con cintura, a metà polpaccio, tutti con l’inconfondibile manto bicolore, alla mucca Carolina dei formaggini Susanna, che alle signore negli anta evocano l’immagine di Caroselli spensierati.

Che poi non di vera mucca si tratta, ma come per i più graffianti leopardati e zebrati, di una semplice stampa su pelle di vitello, il cosiddetto “cavallino”, che ha anche una versione tutta ecologica. Se l’animalier bordeggia sempre il kitsch, non fidatevi troppo della pelle di mucca. Sarà pure un pattern semplice, ma dall’impatto forte, tutt’altro che addomesticabile. La signora country, allevatrice metropolitana, deve accettare il rischio di essere eccessiva. Non ci si può rivestire di pelo bicolore, coprirsi di macchie dalla testa ai piedi, e poi, tolto l’involucro, rifugiarsi in indecisi colori pastello. La guerra a colpi di stile richiede coraggio fino in fondo.
La mucca è la nuova pantera. 
@boria_a

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