MODA & MODI
Gli scaldamuscoli senza l'energia di Jane
Jane Fonda, 1982 |
Cosa resterà di questi anni Ottanta? Raf se lo chiedeva nel 1989 pensando alle cadute dei muri, alle proteste di piazza Tienanmen e ai leader politici che avevano segnato le sorti del mondo, come Reagan e Gorbacev. È però la moda del decennio a restare, anzi a resiste pervicacemente, tornando in superficie di stagione in stagione con singole tendenze: riecco le spalle quadrate, i tessuti technicolor, i colori sparati, la cascata di rouches, balze, volant, pois di un decennio energetico ed eccessivo, eclettico ed esagerato. Siete pronti a farvi investire da un’altra, potente ondata di déjà vu? La primavera estate 2023, che a dispetto del meteo spunterà nelle vetrine non appena liquidati i saldi, è un distillato di Ottanta: abiti ipercolorati, tessuti dorati e metallizzati, giacche oversize, spalle segnate, paillettes. Manca qualcosa? Certo: gli scaldamuscoli. E sono già qua, un toccasana parziale per le mini in circolazione a temperature proibitive, ma avvistati anche sulle recenti passerelle milanesi della moda maschile, perfetto capo gender.
Per quanto rivisitati, restano proprio loro, quelli che indossava Jane Fonda, insieme al body a righe e ai leggings, quando nel 1982 ebbe un successo planetario ed entrò con l’archeologica videocassetta nelle case di milioni e milioni di persone per insegnare il suo pilates domestico. Dal 1983 i meandri della memoria ci restituiscono un’altra immagine iconica: Jennifer Beals, in body e scaldamuscoli neri, che vola (anzi volano le ballerine sue controfigure) sulle note di “What a feeling” in “Flashdance”, la commedia mielosa rimasta nell’immaginario per la splendida voce di Irene Cara e quell’inedito e dirompente combo calzettoni-costume che sovvertiva il dress code dell’ortodossa étoile.
Flashdance, 1983 |
Il balletcore, il guardaroba ispirato al balletto, ha attraversato tutto il decennio, cominciando dal film “Fame” di Alan Parker, anno 1980, con la successiva serie cult “Saranno famosi”, replicata allo sfinimento, che ha portato golfini scaldacuore, scarpette rosa e tutù fuori dalle scuole di danza (citazione obbligata la gonna di Carrie nella sigla di Sex&TheCity, anno 2008), facendone dei pezzi evergreen sempre riproposti dalle collezioni.
Gli scaldamuscoli, per la verità, erano latitanti da un po’ e del loro ritorno forse non si sentiva l’impellenza. Trasversali, si infilano dappertutto: dai mocassini rialzati che definiamo “chunky” alle scarpe col tacco più o meno sottile, dagli anfibi alle ballerine.
A volte sono ricoperti di ecopelliccia per trasformare i polpacci in gambe da plantigrado, altre spruzzati di paillettes e abbinati a tute da ginnastica color caramella. I più desiderati sono semplicissimi, ma con un particolare che fa la differenza: il logo, ben visibile sul lato appena sotto il ginocchio.
Lo stesso vale per le ballerine più cliccate sul web e altrettanto concupite, che sfoggiano un’inequivocabile griffe sulla sottilissima cinghietta. Reperti degli anni Ottanta, appunto, ma che di quel decennio hanno perso lo spirito e anche l’energia (di Jane e tutte le altre).
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