martedì 10 gennaio 2023

MODA & MODI

 

Una cosa scintillante da sirena

appesa in palestra 




 

Eravamo abituati a vederle sparire appena bruciato il Capodanno, subito inghiottite dalle rassicuranti vetrine dei saldi, piene di capi che ovunque, infallibilmente ogni anno, tutti ci consigliano di comprare perché durevoli e adattabili: la camicia bianca, il cappotto cammello, il pantalone nero, il jeans ben tagliato e senza stramberie. Invece no. 

Quest’anno le paillettes non sono evaporate coi fuochi, ma resistono, si insinuano, in qualche caso colonizzano gli spazi dei negozi, anche all’inizio di un nuovo anno, quando siamo più versate ai buoni propositi e alle spese oculate. L’accostamento dello sbarluccichio con l’idea della notte o della festa comandata, è superato da tempo e quasi non ce ne siamo accorti. Prima un berretto, un paio di guanti o una sciarpa con una scia di lustrini, poi la gonna o il top dorato o argentato, poi la giacca nera con i revers paillettati, e così via via, un poco alla volta, qualsiasi capo del guardaroba ha tirato fuori la sua seconda vita bling-bling, non più confinata in determinate ore e occasioni. Non esiste la distinzione giorno e notte ha sempre detto Alessandro Michele, l’ex creativo di Gucci. E sulle passerelle di molte griffe sono sfilate donne coperte di squame brillanti o da una sorta di seconda pelle lucida, ottenuta da tessuti interamente realizzati con micropaillettes che creano un effetto di scivolosità e fluidità.


Dalle sfilate alla strada il passo è lungo, ma i video virali sui social amati dai giovanissimi polverizzano le distanze. E le paillettes, i lustrini, gli strass portati a qualsiasi ora e negli accostamenti più quotidiani e informali, sono entrati nel nostro orizzonte visivo. Un top sui jeans o una gonna glitterata con il maglione non ci fanno più voltare nè scatta l’idea che brillare fuori orario sia indice di grossolanità. Lo stesso Armani non si è sottratto alla tendenza e nelle collezioni 2023 di bagliori ne ha usati a profusione. “E pensare - ha detto - che qualche hanno fa un lustrino di giorno era fuori dal mondo”.


Perché allora ci piace luccicare a qualsiasi ora? La spiegazione più immediata ha a che fare con i vari “index” che scattano nei tempi incerti. Come il rossetto consolatorio, le cui vendite salgono nelle recessioni economiche, ecco che i punti luce nell’abbigliamento rinvigoriscono l’umore, ci danno un po’ di carica. Ma a consolidare la tendenza contribuisce la seconda vita social, trasversale a tutte le età: le scaglie luminose, gli effetti vinilici ottenuti con vernice e latex, il guizzo luccicante buca le vetrine di Instagram. Ed elettrizza i video su TikTok della Generazione Z, nata e cresciuta in un’estetica senza più codici e abbinamenti di rigore. 


L’altro giorno mi sono sorpresa a fissare un paio di pantaloni di paillettes d’argento appesi di prima mattina nello spogliatoio di una palestra. La proprietaria li ha indossati con maglione lunghissimo bianco, pelliccetta eco, scarpe da ginnastica. “Con le ginniche li sdrammatizzo” mi ha spiegato. L’ho ascoltata con curiosità, sia perché l’effetto coda di sirena all’alba era divertente, sia perché per la prima volta incappavo nel verbo “sdrammatizzare” riferito a un vestito fuori dal gergo degli articoli di moda. Per entrambe le ragioni, mi sono sentita illuminata (e un po’ energizzata) anch’io. 

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