L’autore la chiama de-stuffocation e se gli anglosassoni mettono il sinistro prefisso davanti ai verbi con cui le modaiole compulsive hanno dimestichezza, il significato è uno solo: liberarsi del superfluo. Lui si chiama James Wallman e quando il suo libro “Living more with less” sarà pubblicato, il 15 gennaio (Penguin), avremo già fatto in tempo ad approfittare dei saldi e a causare qualche ulteriore danno alla viabilità del nostro guardaroba. In attesa di sfogliare la sua bibbia, comunque, lo specialista in de-accumulazione (che - dice - non è talebanismo ma equilibrio) ci anticipa pillole di consigli, per evitare lo stress da pentimento post-acquisto.
Prevenire è meglio di. Quindi proviamo a vedere il nostro armadio come un night club esclusivo, di cui siamo i portieri-buttafuori. Deciso il numero massimo di ospiti, non possiamo sgarrare: se qualcosa ci piace abbastanza da ammetterlo nel club, dobbiamo sbattere fuori qualcos’altro. E oltre ai portieri, siamo pure i responsabili della sala. Tutti devono sedere accanto alla persona giusta, come nelle tavole dei wedding planner. Se gli abiti da sera sono contigui agli abiti da sera, e gli abiti da tutti i giorni agli abiti da tutti i giorni, scongiureremo il pericolo che la junk-fashion, la moda spazzatura, si intrufoli tra i pezzi di valore.
Sì, ma come fare la “de”, de-sertificazione del guardaroba? Intanto, “minimalismo in un mese” (c’è anche la versione “in un minuto”, per disperate, che equivale a svuotare l’armadio fino all’ultimo perizoma, ficcare tutto nei sacchi delle immondizie e recuperare solo quello che davvero necessita). In un mese l’impatto è più soft. Il primo giorno ci si libera di un capo che non serve o non mettiamo più, il secondo di due, il terzo di tre e così via. Alla fine, una bomba al napalm sarà esplosa nei cassetti. Chi ha più tempo, può divertirsi coi sacchi tematici: capi mai messi, fuori misura, scomodi, a cui forse daremo una chance, un giorno o l’altro. Se non abbiamo sentito la mancanza di uno solo di loro in un lasso da uno a tre mesi, non c’è remissione: devono sparire. Altra regola è utilizzare solo metà armadio e lasciare l’altra vuota. C’è anche il gioco da fare in due, vagamente pruriginoso: ognuno nasconde un capo del partner e se, in un tempo determinato, la “sparizione” è passata inosservata, il poveretto (capo, non partner) è inutile.
Wallman suggerisce di fare la “re-hab” con un’amica. Tipo shopaholic anonime, l’esempio e la condivisione scongiurano ricadute. Sempre che ne troviamo una da svegliare nel cuore della notte in astinenza da de-svendita.
@boria_a
"L'armadio di Carrie in Sex&TheCity" |
da leggersi come foglietto illustrativo. tenterò la pratica, dopo la clinica.
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