giovedì 15 gennaio 2015

MODA & MODI: se la testimonial è d’antan


Joan Didion, 80 anni, la scrittrice che la critica letteraria del New York Times, Michiko Kakutani, ha definito “la più bella penna contemporanea” in America, è la testimonial dell'ultima campagna di Céline. La quarta età è da tempo una risorsa per la pubblicità e non fa notizia: Iris Apfel, un'ultranovantenne icona della moda, la vecchietta col rossetto ciliegia dietro i giganteschi occhiali tondi, è stata nel 2012 il viso (e le unghie rosso fuoco) dei cosmetici Mac, Angela Lansbury, la signora in giallo over ottanta, ha conquistato la copertina della rivista cult “The gentlewoman” nel settembre 2012, Jacky O'Shaughnessy, 63 anni, con il suo corpo rilassato ma non franante che si misura in un plastico sfoggio di ginnicità, ha fatto scalpore un paio d’anni fa promuovendo la lingerie di American Apparel. La stessa Didion, anni fa, aveva posato per Gap. Carmen Dell’Orefice, iconica e statuaria, superbamente sopravvissuta alla stagione delle modelle perdute (prima che venisse inflazionato il prefisso "top") continua a essere l’ottantenne più richiesta dal mercato pubblicitario.

                                                      La scrittrice Joan Didion per Céline
LLa foto di Juergen Teller ritrae Joan dietro grandi occhiali scuri, maglietta nera, ciondolo vistoso, i capelli bianchi che le cadono spenti ai lati del viso, un filo di rossetto, e la gigantesca scritta Céline all'altezza del seno, che risucchia tutto il resto. Fosse un'anziana qualsiasi, l'immagine sedurrebbe poco. L'iperrealismo di Teller sbatte, non esalta, il marchio prevale sulla protagonista dello "scatto", almeno per chi non la riconosce al primo sguardo.
Angela Lansbury sulla copertina di "The gentlewoman"

I commenti si sprecano, soprattutto positivi. La campagna di Céline esalta l’intelligenza della Didion, come i cosmetici Mac il gusto fusion e l’entusiasmo evergreen di Iris, e American Apparel la freschezza e l’ironia di Jacky. Che bello che la pubblicità si accorga della risorsa inesauribile, dell’esemplarità, dell’esempio e del patrimonio che conserva e trasmette la terza età d’eccellenza.



Iris Apfel per Mac
Genuino? Chi sostiene di sì, tira in ballo la campagna di Dolce&Gabbana per la primavera-estate 2015 con le nonnine siciliane - anonime signore, di cui ignoriamo tutto - che fanno 240 anni in tre e sfoggiano, più che le tiare e le borse della griffe, i loro volti scolpiti, potentemente autentici, ignari dell’esistenza di un bisturi. 
Le ottuagenarie di Dolce&Gabbana

Ci ha stancato il sedere di Kim Kardashian, d’accordo. E prima di lei quello di JLo.
Ma anche le testimonial âgée rischiano di venire a noia. L’obiettivo che queste campagne mirano a colpire sono le signore negli anta, sia per i cosmetici Mac sull'arzilla Iris, “rare bird of fashion”, come titolava la mostra che il Metropolitan di New York nel 2005 ha dedicato alla sua sterminata collezione di abiti e accessori, sia per la moda rarefatta di Céline su una scrittrice altrettanto raffinata. Una pimpante, l'altra riflessiva, le testimonial sono due fuoriclasse nel loro campo. Ecco dunque la sollecitazione psicologica e intellettuale per le acquirenti che hanno buone letture ma soprattutto disponibilità economica: sono più giovane (e questo gratifica lo spirito), ma scelgo lo stesso brand di donne di successo (e il cervello e l'autostima gongolano). In fondo, anche le anonime nonnine di Dolce&Gabbana servono allo scopo: con loro - pensiamo - mi metto addosso una griffe - sì - ma che valorizza le radici, le tradizioni, l’esperienza, l’essere con intelligenza e sensibilità “glocal”.
O commercial?

@boria_a
Jacky O'Shaughnessy per la lingerie di American Apparel


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