mercoledì 28 febbraio 2018

MODA & MODI

Il flower power di Richard Quinn per la regina
 

Peccato che la scena se l’è rubata la regina Elisabetta, che alla veneranda età di 91 anni, mercoledì scorso alla London Fashion Week, ha assistito alla sua prima sfilata di moda, seduta accanto alla pitonessa Anna Wintour. Perchè la collezione di Richard Quinn, giovane e talentuoso designer britannico, avrebbe meritato tutti i titoli per sè, senza la distrazione di una presenza così ingombrante. Eppure la sovrana, più confettosa che mai in un tailleur “duck-egg blue”, leggasi verdeazzurrino, era lì apposta per lui, per consegnare il primo award di design intitolato a sè medesima a questo ventottenne ben piantato, berrettino da baseball e l’aria di maneggiare cacciaviti invece dei pennelli con cui dipinge personalmente i tessuti.

Richard Quinn ama le stampe fiorate e la sua passerella (da guardare: www.vogue.com/fashion-shows/fall-2018) ne è stata ricoperta, in un vortice di colori avvolgenti ed esplosivi. Fiori su fiori su fiori, dagli stivali-calza fino ai caschi da motociclista, dai piumini, ai mantelli, ai foulard aggiunti all’ultimo momento, una volta avuto notizia del premio, in omaggio ai gusti di sua maestà. Accostamenti bizzarri ma miracolosamente equilibrati, che il designer, diplomato nel 2016 al Central Saint Martins, sperimenta da anni e che portò a Trieste, a ITS 2015 (dove, con delusione visibile, se ne andò a mani vuote), facendo sfilare donne con busto e vita ben definiti, letteralmente sbocciate da gonne amplissime e materiche come tele da pittore. La collezione l’aveva intitolata “cracked couture”, moda spezzata, perchè nata dal taglio e dalla ricomposizione di modelli diversi.


Da allora Quinn è rimasto fedele a se stesso e alla sua ispirazione, ma l’ha resa più aerea e raffinata. Negli abiti, da giorno o da sera, il concetto di spezzato e ricostruito ha lasciato il posto a linee, incroci e plissettature che paiono prendere il vento, amplificando la figura e conferendole una sorta di gentile e scenografica autorevolezza. Lui dice di lavorare intorno al concetto del corpo come tessuto e di voler trasmettere l’idea di donne senza paura, che uniscono femminilità e potere. Un bel messaggio in vista del red carpet degli Oscar: qualcuna sceglierà di fare dell’abito un manifesto cromaticamente potente, gioioso, e dismettere il lutto del #metoo?

@boria_a


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