martedì 7 giugno 2005




MODA & MODI

Un'estate sui trampoli



La zeppa di Ferragamo, 1938


Bellissime non sono, anzi. E se non sei adeguatamente allenata danno pure un'andatura caracollante che cancella all'istante l'unico vantaggio conclamato: allungare di una decina di centimetri l'altezza.
Rassegnatevi. L'estate sale sulle zeppe. Sì, proprio quelle ripescate dagli anni Settanta e già all'epoca foriere di divisioni manichee, per taluni ordinarie e volgarotte, per altri oggetti di culto, quasi «fetish». Coloratissimi, di sughero, corda, paglia, in tessuto fiorato, i dibattuti zatteroni invadono le vetrine, siano carissimi e concupiti, come quelli della linea flora di Gucci, o d'effetto grafico, firmati Anna Molinari, oppure abbordabilissimi e scopiazzati, in qualsiasi negozio di scarpe.
Non ci sono mezze misure. L'estate o ciabatta in mule rasoterra, o si issa ad altezza ragguardevoli. Ma se il giudizio sull'estetica delle zeppe è quantomai opinabile, la loro storia è antica e altrettanto controversa. Intorno al 1400 le signore timorate le indossavano per non schizzarsi col fango delle strade, ma erano soprattutto le cortigiane a sottoporsi alla fatica dei trampoli per svettare sulle altre donne e attrarre gli sguardi dei gentiluomini paganti.
Negli anni Quaranta è Salvatore Ferragamo a rilanciare la zeppa multicolore, con quella scarpa che ancora oggi è simbolo della maison e del glamour italiano nel mondo. Allora, in tempi di austerity, l'acciaio serviva alla guerra e non a creare tacchi resistenti, così Ferragamo impiegò il sughero sardo, autarchico come voleva il regime ma rivestito di camoscio, per disegnare una calzatura stuzzicante e sensuale, con caviglie e dita sottolineate dal capretto dorato.
Negli anni '70 la zeppa di corda è appannaggio delle figlie dei fiori, quelle di strass e paillettes di star come Elton John o il bellissimo - e altissimo, che se le metteva a fare? - David Bowie. Negli anni '90 le ripesca, ancora una volta, la Madonna di «Evita», ma stilisti trasgressivi come Gaultier, Vivienne Westwood (che ne ha fatto delle vere e proprie piattaforme di legno), Galliano e McQueen non le hanno mai abbandonate.
In quest'estate che si piange addosso per idee e vendite che latitano, la moda si rifugia ancora una volta nelle citazioni del passato aureo. Cercando consolazioni, speriamo transitorie.

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