lunedì 21 marzo 2022

MODA & MODI

Birkenstock in Blahnik

la tedescona convola di nuovo a nozze

 



 Ancora tre giorni e un altro matrimonio ardito si compirà. Dopo le nozze domestiche di Berlusconi e della sua ultima compagna in ordine di tempo, Marta Fascina, anche la ragazzona Birkenstock sta per impalmare l’ennesimo pretendente, lo spagnolo Manolo Blahnik, signore dei tacchi affusolati e delle altezze vertiginose.

Giovedì 24 marzo 2022 il risultato di questa unione sarà disponibile sul mercato. La piatta e sempliciotta calzatura tedesca si vestirà di rosa e cristalli per celebrare la nuova collaborazione modaiola. BB, Birkenstock in Blahnik. I due brand decidono di intrecciare le loro storie e di attraversare insieme una stagione postpandemica ancora piena di disorientamento. Lei, come sempre, resta coi piedi per terra, ma in omaggio al nuovo compagno, abbandona i colori di ordinanza, cuoio e verde militare, e si veste di rosa shocking, si decora di fibbie brillanti, adottando lo stemma di famiglia del partner blasonato. In attesa di vedere se il rapporto reggerà, sono previste due uscite di modelli, la prima a marzo, la seconda a giugno.

La Birkenstock Arizona, tra poche ore disponibile in fucsia, nero o blu, riveste di velluto la sua tomaia da sandalotto vacanziero e sulle due fasce, dai cultori così apprezzate perchè consentono al piede di respirare in libertà, piazza le fibbie di cristallo simbolo del marchio Blahnik. L’altra, la Birkenstock Boston, è l’inconfondibile zoccolo tondo, il sabot pannonico rivisitato anch’esso con la fibbia, in cuoio o velluto. Birk-Blahnik, due versioni per ciabattare ovunque con un tocco glam, da mattina a sera e con qualsiasi abito.

 


 


Per la verità Manolo è solo l’ultimo di una serie di pretendenti che hanno visto nel sandalo tedesco il compagno ideale per provare nuove esperienze. Nel 2013 se ne innamorò Céline e ne nacque il “furry sandal”, una birkenstock rinforzata con soletta o carapace di pelo, per non privarsi della libertà di girare col piede nudo anche nelle primavere capricciose. Nel 2015 Burberry lanciò “the field sandal”, un’ingentilita ciabattina arcadica multicolore, dai toni brillanti e cuoio morbido, adatta a trotterellare con urbanità verso l’aperitivo. Non erano collaborazioni conclamate tra brand, quelle che il sistema moda ha varato in tempi più recenti, ma inequivocabili ispirazioni: la sobria Birkenstock come un territorio da esplorare, un lenzuolo bianco su cui giocare di fantasia. Poi, nel 2019, il matrimonio ufficiale con Valentino, che partorì l’Arizona tutta rossa e quella nera col logo della maison di lato. Prima di Blahnik, nel gennaio scorso sulle passerelle della settimana della moda parigina, una storia con Dior, da cui è nata la versione invernale di due modelli Birkenstock, in feltro e scamosciati, con chiusure a scatto sulle fasce e decori di piccoli fiori colorati sul fondo grigio.

 


 


Cosa avrà mai la pulzella tedesca per attirare così tanti ammiratori? Certo il carattere versatile e la disponibilità a lasciarsi coprire di fronzoli e camuffi senza snaturarsi. Ma la sua apparente arrendevolezza non deve ingannare. Perchè mentre l’originale continua a conquistare il mondo, dei tanti compagni di strada non rimane traccia, schiacciati sotto il suo passo spietatamente sgraziato.

lunedì 7 marzo 2022

MODA & MODI

Il potere del pancione

 

 


 

 

Il pancione di Rihanna appena velato da un babydoll di tulle bordato di pizzo fa impazzire i fotografi alla sfilata di Dior durante la Parigi Fashion week. Da quando ha annunciato l’arrivo del primo figlio, che aspetta dal rapper A$AP Rocky, la cattiva ragazza del pop più amata dalle griffe, ha fatto della gravidanza un potente strumento di comunicazione della moda.

Sono passati trentuno anni dalla storica copertina di Vanity Fair del 1991, con Demi Moore nuda, al settimo mese di gravidanza, che scherma il seno con un braccio e con l’altro si sorregge il ventre, fotografata da Anne Leibovitz. Un’immagine dirompente, che ha contribuito a spazzare via molti tabù, soprattutto in tema di mascheramento e dissimulazione, mostrando quanto il corpo femminile possa essere sensuale e desiderabile, sereno e forte anche in un momento di delicata trasformazione. L’accento è posto sulla nudità dell’attrice, in uno scatto in posa in cui il messaggio è chiaro, pur se filtrato dall’obiettivo autoriale del fotografo. La gravidanza esposta è stata una sorta di empowerment femminile in anticipo sui tempi, quando l’attesa di un bambino era ancora vissuta come condizione limitante della socialità e del lavoro. Oltre trent’anni prima, nel ’56, Grace di Monaco, appena sacrificato il cinema per il principato, nascondeva la gravidanza dietro la celebre borsa Kelly disegnata per lei da Hermés.

 


 

 
Oggi i social veicolano messaggi visivi diretti e immediati, inimmaginabili in epoche non dominate dalla Rete, dove i confini tra pubblico e privato si confondono, anche per la gente comune. E la prospettiva della comunicazione si è rovesciata. Per le celebrità dar notizia ai fan e follower di un figlio in arrivo è un passaggio importante nella vita e nella carriera, da gestire con oculatezza. Rihanna ha creato un suo forte e spregiudicato stile da maternità, l’ha portato all’eccesso, senza abbandonare quella street couture che ne ha fatto una testimonial ricercatissima, ma puntando sul pancione in crescita come l’elemento di forza intorno a cui ruota tutto il resto.

 Annuncio della gravidanza ad Harlem, in omaggio alle radici del futuro papà, con jeans a vita bassa sotto il piumino rosa caramella vintage di Chanel e inequivocabile pancia all’aria, decorata con le collane della maison. Poi, via via, in un tour premaman dove il futuro bebè, a seconda della temperatura, è stato incorniciato di reggiseni di latex, pantaloni di raso, top stringati, pellicce vintage o ecologiche, abitucci di pelle, tutti supergriffati. Piccoli aggiustamenti al suo stile per rendere la crescente maternità sempre protagonista. L’aveva già fatto Beyoncé, per gradi: la prima gravidanza nel 2011 annunciata agli Mtv Video Awards aprendo la giacca dello smoking e mostrando il ventre arrotondato coperto dai pantaloni, la seconda del 2017, gemellare, immortalata in lingerie con velo in testa e fondale di fiori.

 


 


Nel saggio “Le vesti dell’attesa”, del 1988, la storica Doretta Davanzo Poli registrava la progressiva liberazione femminile nel guardaroba e nel ruolo della maternità. Verso il nuovo millennio, dove si ferma la ricerca, le future mamme, dismessi gli abiti zuccherosi, fanno sport in shorts, il ventre sempre protetto. Poi c’è stata Demi Moore e l’affermazione orgogliosa che l’era di Instagram ha trasformato in esposizione continua. Per la sexyness della gravidanza si sacrificano il senso di custodia e la privacy del nascituro. Chissà se è conquista o una diversa dipendenza.