martedì 21 febbraio 2006

MODA & MODI: e rispunta la parola "grazia"

Lily Cole, Love sex and Money S/S 2006

Basta pantaloni a vita bassa, t-shirt risucchiate che lasciano scoperto l'ombelico, top microscopici, intimo in libertà. Archiviate le adolescenti aggressive che mostrano tutto e le mamme negli anta che le imitano. La primavera propone fanciulle e signore insolitamente trattenute, delicate, poco inclini a scoprirsi, alla ricerca della perduta sobrietà degli ultimi anni. Da seppellire le imitatrici di Britney Spears con tutti i loro colori gridati, i microabiti rosa caramella. E in discesa anche i tacchi vertiginosi della Sarah Jessica Parker di Sex and The City, le famose, adorate Manolo, su cui Carrie caracollava fino alle prime ore dell'alba. Dei must dei mesi passati resistono solo i bermuda, anche loro ingentiliti da camicette con rivoli di rousches e volant, nelle tinte pastello, con cinture che enfatizzano la vita, vi convogliano gli sguardi ma senza mai scoprirla.
Sarà la primavera del vestito. Leggero e scivolato come una sottoveste, spesso con un taglio impero, vagamente premaman. Bellissimi quelli rosa confetto di Ermanno Scervino, che sembrano pezzi preziosi di biancheria intima usciti da un vecchio cassettone delle meraviglie, con inserti di pizzo sotto il seno e mille piegoline a segnare morbidamente la figura. Fiori declinati in una cascata di pieghe, pois sulle gonne a ruota dalla sensualità anni Cinquanta, volant e inserti di sangallo nella collezione del ventennale di Dolce & Gabbana, sete, chiffon, organza, gonne croccanti da Miu Miu, bustier fascianti con intrecci e nodi su gonne doppie per Love Sex and Money. Abiti corti, lunghi, ricchi di dettagli, scolpiti sul corpo ma sempre in qualche modo pudichi, sobri.
Perfetti e discreti dopo tante stagioni di nudità conclamata e velinara.
Piacciono le camicie, soprattutto bianche. Maschili con i bordi annodati in vita, da abbinare ai bermuda tagliati al ginocchio o alle gonne gonfie, che escono dalla cintura importante. O elaboratissime, con grandi colli settecenteschi, scolli profondi sottolineati dal pizzo, maniche esagerate, a sbuffo e quasi piratesche (le ha fatte Ralph Lauren), rigorose, sartoriali, quasi spartane nella loro perfezione come quelle firmate da Jil Sander.
Anche la camicia, dopo le abbuffate di canottiere, canotte, reggiseni a vista e microtop, segna il ritorno a uno stile misurato, mai sovraesposto, a un'eleganza che vive di dettagli e particolari da scoprire, di decori più sottili. La moda ritrova un suo equilibrio di tinte, proporzioni e misure. Un equilibrio che parte dai tacchi, non più a stiletto ma squadrati, e dalle punte delle scarpe, addolcite e arrotondate. O dalle borse, con l'eterna pochette di Carrie confinata alla sera, mentre per il giorno avanzano contenitori raffinati ma capienti, di morbida pelle, con giochi di intrecci e arricchiti da tasche esterne, borchie, applicazioni.
E' una stagione di femminilità sussurrata. Nessun cambiamento epocale, inconcepibile per la moda soprattutto in congiunture di crisi, quando i passaggi tra una stagione e l'altra devono per forza essere più morbidi e la tendenza al «riciclo» assecondata. La donna non rinuncia a competere con l'uomo, ma lo fa senza adottarne l'abbigliamento né tentare di trascinarlo sul terreno della seduzione scoperta.
Il bianco abbacina, ma risalgono soprattutto i colori pastosi, gli ori, le sabbie, i petroli, l'albicocca. Niente elettrico. Con la primavera, rispunta anche la parola «grazia».
@boria_a

Beatrice Borromeo per Ermanno Scervino S/S 2006 (style.it)

martedì 7 febbraio 2006

MODA & MODI: nell'anno del sedere

Richard Gere e JLo in "Shall we dance?"

Benvenuti nell'anno del sedere. Finalmente quelle defatiganti sessioni sulla standing gluteus della palestra hanno trovato un senso più nobile della prospettiva di una prossima passeggiata in costume da bagno.
Il 2006 premia il fondoschiena e spegne i riflettori sul seno, naturale o rifatto. Al punto che proporzioni, rotondità e perfezione delle natiche sono addirittura salite in cattedra, diventando oggetto di studi accademici all'università Heriott-Watt di Edimburgo. Tale dottoressa Lisa Macyntine, esperta del tessile, ha avviato una ricerca sugli effetti dei tessuti e dei colori che vestono il deretano.
Decine di donne indosseranno capi di diverse tinte e fattura, che altrettante volontarie giudicheranno in base all'impatto visivo, tenendo presente, come punto di riferimento, due fuoriclasse del sedere perfetto: la solita Jennifer Lopez per la categoria «tondi» (la donna che la storia del cinema ricorderà per la memorabilità delle sue natiche, a dispetto dell'interpretazione. Avete presente «Shall we dance?» e quei vestitucciattillati da balera?) e Kylie Minogue per la categoria «asciutti».
JLo mette piede in un ateneo, ma pur sempre con un occhio al business. E, magari in attesa di guadagnarsi la citazione in qualche tomo, lancia una linea di abbigliamento sportivo dedicata alle comuni mortali m «bootylicious», ovvero ben fornite di glutei come lei.
Strada diversa ha preso il sedere della modella Gisele Bündchen che si è conquistata sì un contratto con la casa di lingerie Victoria's Secret che le garantirà trenta milioni di dollari fino al 2008, ma ha fatto anche inserire una clausola specifica per la passerella: niente nudo. Cinquantamila dollari a sfilata, ma sedere coperto. «Penso che questa parte del corpo debba essere mostrata solo nelleoccasioni speciali e per la gente speciale», pare abbia saggiamente dichiarato.
In attesa spasmodica di conoscere i risultati dello studio accademico, basta tener presente quanto il senso comune suggerisce per non farsi ridere letteralmente «dietro». Il nero snellisce. Il tweed zavorra. Le righe, i colori forti, le fantasie, accentuano i difetti. I jeans con le cuciture a perizoma posticcio sono da evitare almeno al lavoro. Quelli con iniziali o griffe sul posteriore hanno due effetti, entrambi sgradevoli: fanno immeritata pubblicità al loro creatore e tendono ad accusare particolarmente la forza di gravità. Il bianco è devastante, tipo lente di ingrandimento su qualsiasi millimetro quadrato di cellulite.
La chirurgia estetica? Può poco. L'attrice Jessica Simpson è ricorsa al gel per costruirsi delle natiche all'altezza del film «The dukes of hazzard». Dal Brasile arriva ora una nuova tecnica, che inserisce sotto il muscolo del  gluteo una protesi «lievitante» per le ragazze da passerella. Alle comuni mortali non resta che continuare a sudare sulla sopracitata standing gluteus. Maledicendo i geni, mai come in questo caso questione di sedere.
@boria_a