martedì 18 settembre 2007

MODA & MODI: di trombini calzate


«Che belli! Ma sono trombini!». Mi guardo fulminea dalla testa ai piedi con crescente ansietà: che cosa posso essermi mai messa addosso che porti un nome così vagamente inquietante? «Trombini, trombini» insiste l'interlocutrice fissando le mie estremità tondeggianti color rosa shocking. Allora capisco: sono gli stivaloni da pioggia di gomma che ho riportato, non con pochi fastidi ma con una certa soddisfazione, da una visita a un'amica americana. Quando - entrambe - li comprammo, un paio di anni fa, erano la novità di stagione anche per l'adrenalinica moda newyorkese, abituata a sfornare e bruciare tutto nel giro di due mesi. Poi, tornata a casa, come spesso accade per le cose «esotiche» raccattate durante i viaggi e che, in loco, ci paiono sempre imperdibili e uniche, i trombini finirono mestamente nel ripostiglio, anche lì non con pochi fastidi logistici. Complice un apprezzamento di mio figlio che, all'ennesima occhiata perplessa indirizzata ai miei piedi durante un giro di prova urbano - tipo i raggi di Spider Man che poi diventano ragnatele - se ne uscì con uno sconsolato «mi stai mettendo in imbarazzo», sgretolando la mia monolitica impermeabilità ai commenti altrui in materia di abbigliamento.
Ebbene, queste amarezze stanno per finire. Il 26 agosto scorso la sezione domenicale sullo stile del NewYork Times ha dedicato mezza pagina ai «trombini» e, in una galleria fotografica piuttosto ricca, ha collocato anche il famigerato modello rosa shocking, il primo della serie (che ora, per la verità, mi appare piuttosto spartano), ormai archeologia del galoscione anti-pioggia. Sdoganati e non solo. Tutte le griffe hanno proposto la loro versione: sagomati, con tacco, con fibbie e decorazioni all'altezza del ginocchio, a pois, disegnati a quadrettoni tartan, a righe, gialli, bluette, viola, arancioni, versione nero lucido da sera. Oltreoceano non hanno ormai nulla di trasgressivo e, nei nubifragi dei giorni scorsi, era difficile trovare immagini televisive di Manhattan che non fossero punteggiate di persone di ogni età intente a guadare le immense pozzanghere nei loro coloratissimi wellington. Trasgressiva, caso mai, è la loro riconversione da accessorio di utilità ad accessorio «fascionista»: il modello più basso, a metà polpaccio, si porta senza una nuvola all'orizzonte e con leggins o calze nere velatissime come il più sciccoso degli stivali dal tacco a stiletto o a cono.
Anche da noi i parapioggia di gomma non sono una novità. Hanno esordito l'anno scorso, ma senza decollare. Quest'anno ricompaiono nelle vetrine non più in versione Camilla, informi e di un tristissimo verde oliva, ma colorati e con fantasie spiritose, vero antidoto psicologico agli inconvenienti della pioggia. Personalmente insisto col mio modello ormai d'antan. Tinta unica ma imperativa. Come dire: ho un certo coraggio, senza strafare.
@boria_a

martedì 4 settembre 2007

MODA & MODI

Le coppie scoppiano, se non fashion-compatibili

 Kate Moss e Pete Doherty

Trovare un partner esteticamente compatibile è altrettanto difficile che trovare un partner genericamente compatibile. Anzi, la prima difficoltà si somma alla seconda, rendendo l'impresa quasi disperata. Arrivate all'età della ragione, quando la miscellanea degli indumenti, o comunque la divisa del gruppo di appartenenza è ormai un nebuloso ricordo, si prova un insopprimibile fastidio a ritrovarsi in una coppia male assortita, scoordinata, che non condivide lo stesso stile. Della serie: tu esci col vestito vintage di Marc Jacobs che hai fortuitamente scovato in un negozio second-hand chic durante una vacanza all'estero e lui, del tutto inconsapevole, si ficca negli stessi torpedoni da ginnastica di ogni giorno e con la maglietta del dopolavoro sportivo (logo a vista, of course).
Oppure: lui in completo Dolce & Gabbana (volenterosa interpretazione, se non altro) e lei in shorts e stivali da mandriana, tipo aspirante fidanzata del tronista.
Dare un'occhiata in giro è un esercizio divertente: quante ce ne sono di coppie che non scoppiano alla prova del guardaroba? Pochissime. E non si tratta solo di coppie stabili, ma anche di coppie occasionali. Mai preso il
consueto aperitivo con un collega in crocs, bermudoni e cellulare appeso al collo? Beh, non è un'esperienza che ti fa vacillare sulle scelte fondamentali della tua vita, ma qualche dubbio lo insinua, almeno sul tasso interno di credibilità di queste rubriche. Mai andate a teatro con il little black dress per scoprire che l'accompagnatore si è messo la camicia con le maniche corte o che ha i calzettoni di spugna?
Di esempi di perfetta compatibilità stilistica cui ispirarsi ce n'è, eccome, anche senza arrivare agli estremi, nell'uno e nell'altro senso, vedi i coniugi Beckham, o Dita von Teese e l'ex marito Marilyn Manson, così perfettamente amalgamati da risultare perfino stucchevoli, o, tra gli eterni scoppiati, Kate Moss e Pete Doherty, che combaciano al millimetro, dal gilet cascante alle occhiaie violacee, per finire con il tandem Briatore-Gregoraci, perché pure coattopoli ha i suoi codici «estetici» di riferimento (è possibile andare in giro con uno in pareo e catenazza al collo se non equipaggiate di cinturona, microgonna e supporti di silicone??).
In fondo tutte le fan di Sex and The City sapevano benissimo che Carrie non sarebbe finita con Aidan, lei così «stilosa», lui così inguaribilmente country... Neppure con lo smoking preso a prestito e l'anello di fidanzamento in mano riusciva a togliersi di dosso quell'aria da uomo di transito...
Che fare quando non c'è alchimia? La convivenza non è un rimedio: per quanto la pressione possa essere alta, c'è sempre un fantasmino che sfugge al controllo, un tarocco occultato in fondo al cassetto. L'età favorisce comunque la rassegnazione, come pure in altri ambiti.
Oppure, non demordere. E insistere: cercasi benestante, colto, amante della famiglia, fashion-compatibile...
@boria_a