martedì 2 giugno 2009

MODA & MODI: tormento trikini

Bikini che amano gli estremi. Due pezzi sempre più ridotti nelle proporzioni o con gli slip talmente allungati da sembrare costumi interi ai quali è stata tagliata una fetta. L'estate sulle spiagge propone soluzioni ingenerose per chi non ha il sedere e il seno di una ballerina carioca o punta a un'abbronzatura più o meno "regolare". Passi per gli inevitabili segni lasciati da costumi diversi (bordi e lacci di altezze varie testimoniati dalle gradazioni del colore dell'epidermide, comunque invisibili una volta rientrati nella "civiltà" urbana) ma oggi è difficile trovare un intero di stagione che non abbia almeno un buco all'altezza dell'ombelico, una spallina sola, un paio di fenditure laterali, così da regalare alla pelle un naturalissimo effetto leopardato, orribile quando si lascia intravedere sotto le camicie o i top. Beachwear da passeggio, se per tale intendiamo il breve tragitto che ci porta dalla camera alla sdraio, dopodichè il "trikini", ovvero l'intero tagliuzzato in ogni porzione possibile, lascerà il posto a tradizionalissimi e ortodossi reggiseno e slip per l'operazione abbronzatura. Bellissimi da vedere in passerella, di fatto inutilizzabili se si vuole rientrare da una vacanza senza sembrare "pezzate".
Il bikini riduce o ingrandisce lo slip. Nel primo caso si tratta di triangolini imbarazzanti, a meno di non essere una quindicenne con il ventre piatto (anche loro sempre più rare a giudicare dai rotoletti che in giro si vedono allegramente spuntare da jeans e top...) o vantare comunque una proporzione accettabile tra altezza, struttura e soprattutto età. I lacci che sostengono i due francobolli di lycra sono impietosi su smagliature, cedimenti e imperfezioni varie, anche quelli legati alla naturale fisiologia femminile.
Che fare, rifugiarsi nel bikini col mutandone, vera novità di quest'estate 2009? Alle sfilate ha fatto boom: reggiseno a fascia o con una sola spallina, graficissimo, e slip trasformato in pancera, alto fin quasi a congiungersi col pezzo sopra. Sulle modelle alte uno e novanta e con più punte che morbidezze, sta d'incanto. Peccato che alla prova specchio di una cliente media si trasformi in una sorta di body contenitivo, con la pancetta che preme e rovina la plasticità dello slip o che, peggio, spunta da quella striscia libera tra pezzo sopra e pezzo sotto. Gli stilisti dicono: è bellissimo per passeggiare, è un costume da bagno che non ci assomiglia per niente, ma che può fare da body-suit elegante da indossare sotto un pareo, un top, un abito trasparente... Un po' come gli interi ricoperti di paillette, con incrostazioni di perline e di pietre dure, con cinture e catenelle: ci si può dimenticare (anche grazie al prezzo) che sono beachwear e li si può portare sotto una giacca leggera, con una gonna attilata, coi tacchi...
Ma perchè il costume deve necessariamente fungere da "qualcos'altro"? Perchè da confortevole involucro da sole deve diventare un capo importante, con piume, nastri, ammenicoli, piegoline, asimmetrie, fenditure, oblò? La sera non si indossa mai, al sole neanche, a meno di non voler trasformare un momento di relax in un esercizio da contorsionisti. Ne vale la pena?
@boria_a
Trikini di Herve Leger