lunedì 31 ottobre 2022

MODA & MODI

 

Te lo giuro sul tailleur pantalone

 


 

 

Giorgia, ovviamente, non c’entra. Se avesse fatto impennare le vendite a poche ore del giuramento si candiderebbe a un ruolo di influencer che neanche Kate Middleton col suo abito da sposa. Ma di certo contribuirà alla causa. I tailleur pantalone che hanno segnato i primi giorni della sua vita da aspirante e poi da premier sono nella top five dei capi di stagione. È probabile che il signor presidente del consiglio dei ministri l’abbia scelto per i contenuti impliciti, molto prima che diventasse di moda parlare di empowerment femminile: solidità, praticità, rigore, eleganza senza sdolcinatezze. Insomma, un completo perfetto per vestire chi ha subito messo in chiaro di non avere attitudine a stare un passo dietro agli uomini, indossando quasi provocatoriamente il pezzo forte del guardaroba maschile.

 


 

 

Del tailleur pantalone i grandi magazzini stanno registrando un’impennata di vendite. Con la riduzione dello smart working e il ritorno in ufficio, non ultimo per sfuggire al caro-bollette domestiche, perde terreno il leisurewear, quell’abbigliamento da tempo libero che durante il lockdown e le sue code è diventato sempre più pretenzioso e costoso. La collaborazione tra marchi sportivi e del lusso ha fatto il resto, rendendo desiderabile un guardaroba geneticamente modificato di tute da ginnastica, felpe e pantaloni coperti di loghi e venduti a peso d’oro. Ma questa moda slouchy, diciamo floscia, forzatamente rilassata, ha stancato. Ora cerchiamo capi duraturi e durevoli.

 

Elodie premiata alla Festa del cinema di Roma

 

Il tailleur maschile caccia indietro la stagione di passaggio. Senza trascurare il comfort che è diventato un principio irrinunciabile, c’è voglia di tornare a indossare qualcosa di più strutturato, compiuto, che abbia taglio e peso. Oltre a versatilità: nei luoghi di lavoro si abbina alla scarpa, fuori le ginniche gli tolgono ogni rigidezza. I numeri testimoniano un gradimento transgenerazionale: il tailleur pantalone lo mettono le baby boomers, che hanno nel loro immaginario cinematografico i completi di Yves Saint Laurent o Armani, entrambi ispirati da Marlene Dietrich, e le loro figlie, le Millennial e la Generazione Z, conquistate dai due pezzi viola oversize con cui Elodie è stata premiata all’ultima Festa di Roma, pantaloni larghissimi e giacca portata sopra un semplice reggiseno nero. Gli abbinamenti fanno il resto: camicie per un insieme più tradizionale, top corti per le giovanissime, che espongono l’ombelico anche ai rigori invernali.

La palette dei colori è ampia: dai blu, neri, rigati, ai rosa, gialli maionese, verdi carichi per chi non si spaventa dell’”emotivamente impattante” del total look, per dirla ancora con il premier Giorgia Meloni. Le sue sei ministre si sono allineate nel giuramento: Bernini in tailleur nero con camicia dal collo maschile, Santanchè gessata col fiocco sciolto portato come una cravatta, in due pezzi scuri Calderone e Roccella, total white abbacinante per Casellati e Locatelli, la cui contiguità nella foto di famiglia ha reso l’effetto deflagrante. L’uniforme, casuale o concordata che sia, lancia un messaggio: il tailleur pantalone non è un capo di passaggio nell’armadio, con cui ci si può anche sbizzarrire. Ministre o no, chi chiederebbe di più?

lunedì 3 ottobre 2022

MODA & MODI

Dal Far West allo Yeti, stivali estremi

 

Divisivi come l’animalier, ritornano in versione aggiornata gli stivali texani. In realtà, proprio come le stampe zebrate, la moda non si scrolla mai di dosso una volta per tutte la nostalgia del vecchio west, che attraversa le stagioni meteorologiche oltre che quelle dello stile, riuscendo a resistere - letteralmente - anche nelle canicole estive, con decine di affezionate che sottopongono le estremità nude alla prova di resistenza.

 

I texani secondo Fenti, 2022-2023

 

Quest’anno, per animare le giovani generazioni di aspiranti country girl, si portano a testimonial i Måneskin, mentre per mamme e nonne funziona l’immarcescibile icona Lady Diana, che li indossava negli anni Ottanta e nel più tradizionale dei combo, infilandoci dentro i jeans. Ora, rieditati, aggiornati, logati quanto basta, i texani sono tra gli stivali più amati dalle passerelle. Si parte dalla versione ortodossa con l’inconfondibile tacco cubano, squadrato o inclinato, la punta spesso rafforzata da un inserto metallico, il gambale ricoperto da ricami e intarsi e le due linguette laterali che ne facilitano la calzata. Ma i modelli dell’inverno 2022-2023 giocano sugli effetti e mettono al bando la sobrietà delle origini, quando il cuoio spesso dei camperos della corsa all’oro di metà Ottocento serviva a proteggere dai morsi di serpente e la suola a punta a infilare in fretta la staffa delle bardature dei cavalli. Dalla versione stivaletto a quella che si allunga a metà coscia, in pelle o camoscio, sono tutti arricchiti da decori a contrasto, imbottiture, borchie, glitter. La selvatichezza fa parte del dna dei texani, ma le cow girl amano il rischio di zoccolare sul baratro.

 

Emporio Armani e i cuissard di vinile

 


Rapite o meno dallo spirito del West, l’inverno alle porte si percorrerà con gli stivali. Lunghissimi, in camoscio o maglia, avvolgono tutta la gamba, quasi un prolungamento dei vestiti o due pezzi in lana, il bozzolo che va per la maggiore. I cuissard hanno tacco sottile e punta affilata e ce ne sono anche in vinile, rossi o neri, che rispolverano l’effetto contundente di Julia Roberts in Pretty Woman. Gli affezionati alla Imma Tataranni della serie televisiva campione di ascolti (per non scomodare Meghan Markle) avranno notato i cosiddetti “slouchy”, che nell’onomatopea rivelano la loro natura “molle”: sono gli stivali che si fermano sotto il ginocchio e si acciambellano in varie pieghe sulla gamba.

 

Miu Miu e gli stivali in pelliccia sintetica
 

Chi ha sufficienti riserve di autoironia, e la propensione a investire parecchio su una bizzarria di stagione, può calzarsi nel modello “uomo delle nevi”, sorta di doposci urbani completamente ricoperti di pelliccia e molto simili a quelli che negli anni Ottanta popolavano le cinematografiche vacanze invernali dei Vanzina, noti come “mammuth”. Anche i “trombini” anti-pioggia si danno più importanza, con suole carroarmato e lavorazioni in 3D. Perdono terreno, invece, gli “ankle boot”, domesticamente chiamati “tronchetti”, gli stivaletti alla caviglia o poco più su. In tempi tormentati e di prevedibile austerity si enfatizzano le estremità, senza mezze misure.