martedì 26 giugno 2012

MODA & MODI: sadomaso, meglio un libro

C'è del sadomaso nella moda di quest'estate? Scarpe, vestiti, colori dentro cui ci infiliamo cedendo alla vocina perversa dentro di noi, che sussurra: fatti del male? È il gioco del momento, ispirato dal successo di "Cinquanta sfumature di grigio", il primo capitolo della trilogia di E. L. James sulla storia d'amore tra un miliardario dominatore e una neo-laureata sottomessa, che in America ha venduto oltre 10 milioni di copie e che anche da noi sta scalando le classifiche. Loro, i protagonisti, del male se lo fanno solo con frustini griffati, perchè nell'aspetto non sbagliano una mossa: Grey lino e denim d'autore, Ana tutta tacchi e vestiti sexy, prima prestati dall'amica del cuore, poi, a contratto di schiavitù firmato, imposti, con gusto eccelso (e poteva essere diversamente?) , dall'amante-padrone. Tanta della moda che c'è in giro, invece, ci trasforma in masochiste involontarie e senza neppure il benefit di un ricco-bellone-intellettuale con il trascurabile vizietto di una "stanza dei giochi".
Vogliamo cominciare dai costumi retró, quelli con la mutanda della nonna fin sotto l'ombelico, sgambatura bandita e reggiseno conformato? Statuari nella pubblicità, dove, donne-fenicotteri (donne-Belen) fotografate non a caso dal basso in alto, esemplificano la bellezza di questa lingerie da spiaggia, coprente, elegante, discreta, quasi un costume intero per passeggiate da pin-up anni '50. Purtroppo la mutandona, in assenza di photoshop, è sadica: accorcia le gambe, schiaccia il corpo, esalta le maniglie, che debordano all'altezza fianchi. E i pantaloni bianchi? Inguardabili sugli uomini, che gratificano subito di un effetto panificatore o yachtman senza yacht, sulle donne pretendono perfezione assoluta: niente aloni e trasparenze dosate, perchè se gli slip francobollo si vedono, e sono ordinari, ancora peggio è la buccia d'arancia che i lini rivelano con la precisione di google earth, senza contare che nel bianco si lievita. Giallo acido? Colore crudele: col blu fa bandiera, con altre tinte forti straripa, spara l'abbronzatura e schianta le pallide e lattiginose. Infine, gli abiti-foulard, must 2012: a meno di non essere un a taglia mignon, è scontato sembrare un tendone. Se ci sentiamo autopunitive, meglio il sado-soft della James, riedizione di Cenerentola con un principe sculacciatore. Rilassa e diverte (noi, non gli altri che ci guardano).
@boria_a
In abito di Salvatore Ferragamo per la primavera-estate 2012

martedì 12 giugno 2012

MODA & MODI: mezze calzette in testa

Tutti a solidarizzare con Le Monde che ha rilanciato in questi giorni un argomento decotto: l'irragionevolezza del calzino corto. Pare che il pedalino dilaghi tra i signori d'oltralpe, scoprendo, soprattutto in metropolitana, legioni di molto infelici pezzi di tibia. Nella penuria di novità che la moda offre in questi giorni, siti e carta stampata riprendono, in omaggio all'autorevolezza della fonte, ricordandoci che le mezze misure sono la tomba dell'eleganza e del sex appeal e che le calze da uomo dovrebbero arrivare per lo meno a metà polpaccio (per la verità ci sarebbe da discutere: la calza indecisa, a metà e non recisamente a filo ginocchio, non è altrettanto brutta di quella corta?). Sorvolando però sul conteggio dei centimetri, c'è un'altra tragica waterloo dello stile che prende piede. E copre, o meglio, tenta di coprire: la frangia posticcia del calvo incipiente. Guardate l'impietosa immagine di Donald Trump, che non si rassegna a essere "tonsorially challenged", in pratica diversamente crinito, per dirla secondo i fantasiosi giri di parole con cui gli americani definiscono i più diversi handicap.
Anni fa, andava il riporto laterale. I deboli capelluzzi residui venivano lasciati crescere oltre ogni ragionevolezza e poi certosinamente arrangiati a metà testa, in modo da formare una banda tra la fronte e la nuca. Un po' come la codina sfilacciata o i pelucchi laterali, che ancora resistono tra i mezza età, e di solito tanto più lunghi e penzolanti quanto più deboli, rovinati, inconsistenti sono i capelli.
L'ultima frontiera è l'improvvisa frangetta del calvo, ovvero i capelli residui nella parte posteriore della testa, portati tutti in avanti e pettinati con cura sopra il cranio liscio. In modo che, a un molto distratto colpo d'occhio, possano essere scambiati per una crescita sana e uniforme. In un'epoca di snellenti notturni e tonificatori di pance maschili, la perdita dei capelli sta diventando una preoccupazione (il che non aiuta a trattenerli). E aumentano le chieriche mascherate, le tendine sulla fronte, i laterali alla Bersani, il drappeggio da una tempia all'altra. Sforzo immane e inutile. Meglio un calvo radicale che un dissimulato. Come per le calze, le mezze misure non funzionano.
@boria_a