martedì 26 luglio 2011

MODA & MODI: masochismo bondage da spiaggia

Più si allungano, più diventano pericolosi. Più si arricchiscono, più sembrano fuori posto. Più strizzano l’occhio alla biancheria intima, più si involgariscono. Ogni anno la moda da spiaggia fa salti mortali per costringere le consumatrici non fashion-addicted a mettere da parte l’idea che “tanto si scoloriscono e la spiaggia li rovina” e a comprare l’ultimo intero o bikini di stagione. Lo sforzo è improbo e a furia di scervellarsi per trovare qualche novità, quei pochi centimetri di lycra sono diventati quanto di più complicato, accessoriato, perverso si possa concepire in rapporto alla loro semplicissima funzione: stare comodi al sole o sotto l’ombrellone e fare una nuotata senza perdere pezzi, di qualsiasi genere.
L’estate 2011 non fa eccezione e squaderna una vera collezione di beachwear per evitare di rilassarsi. Prendiamo il costume intero (?) cosiddetto “bondage” che, come suggerisce la definizione, ha un che di masochistico: una serie di bende taglia e mette in evidenza ogni centimetro di pelle tra slip e reggiseno, regalando sia un look “insaccato” che una trasgressiva abbronzatura zebrata. Correttamente le istruzioni per l’uso suggeriscono di provarlo in resort da jet-set o a bordo di yacht, dove la tintarella è la praticità sono l’ultimo dei problemi.
Non va meglio con la mutandona poco sgambata che strizza l’occhi agli anni Cinquanta e va portata rigorosamente oltre l’ombelico. Controindicazioni: sotto un abito ha l’effetto contenitivo, dissimula la rotondità e comprime i fianchi, ma per sfruttarla come “slip” da bikini sono consigliabili ventre piatto e coscia lunga per non vedersi tragicamente rimpicciolite. Per un colpo d’occhio glam-nature ci sono poi i costumi che si ispirano alla lingerie, realizzati in seta o raso, con inserti di pizzo. Sensuali e crudeli, da scegliere se vi tratterrete in spiaggia solo il tempo indispensabile a catturare lo sguardo altrui - che non mancherà, in particolare sul “carne” - senza alcuna intenzione di assaggiare la sabbia nè immergere nell’acqua quel prezioso scampolo di intimo. Oggetti da esposizione, e non al sole.
Un prevedibile ritorno sono poi i “cut out”, interi dotati di oblò sulla pancia e sulla schiena, i più estremi ridotti a una strisciolina che unisce, chissà perchè, sopra e sotto di un bikini mancato. Assicurano un’epidermide optical, a meno di non indossarli quando ormai si è raggiunto lo stadio “integrale”. Ma allora ci serve davvero un nuovo costume?
@boria _a
Da sinistra, cutout firmati Emanuel Ungaro, Roksanda Ilincic, Emilio Pucci

martedì 12 luglio 2011

MODA & MODI: tanga, 30 anni e poco eros

Un po' amaro compiere trent'anni nella stagione del grande successo dei due pezzi burlesque, con la mutanda che copre tutte le natiche e arriva a sfiorare l'ombelico. È arrivata l'età della riflessione anche per il fu licenzioso tanga, quel triangolino che oggi è l'intimo di ordinanza fuori dalle scuole, tra le adolescenti con i pantaloni a vita bassa e la propensione a mostrarlo. L'America puritana lo censura ancora, se è vero, secondo il passaparola dei blog, che nel trailer del film "Your Highness" Natalie Portman è stata "ricomposta" in post-produzione e il suo slip allungato ai limiti della presunta decenza. Sarà che oltreoceano la micro-mutanda rimane un capo "sensibile", da quando Monica Lewinski ci agganciò il presidente Clinton, scrivendo una pagina non secondaria della storia americana e scatenando il dibattito fin sulle mortifere colonne della prima pagina del Wall Street Journal. Ma quel brivido che fece piovere ordinazioni da ogni angolo degli States per il modello "Oval office", dal luogo del fattaccio, alla boutique virtuale "Rochester's Erotica Lingerie" e poi sparò al novanta per cento l'aumento delle vendite del tanga in tutte le catene a stelle e strisce, da tempo si è appannato. Anche da noi, dove l'effetto Oxa a Sanremo, all'epoca uno straordinario spot per la diffusione dello slippino, è stato ormai sepolto da distese di lati B naufragati in isole di ex famose.
Sono tempi che danno ragione al tardivo ripensamento dell’ideatrice del tanga, la modella brasiliana di origini italiane Rose Di Primo, che, dopo aver tagliuzzato all’inverosimile per farsi notare su una spiaggia di Ipanema, anno 1972, ci rimuginò sopra a tal punto da finire suora in una chiesa presbiteriana.
Se ha perso la carica sessuale - a meno di non essere in Brasile, dove il suo ultimo record sono i tre centimetri di lycra - il nostro rimane ad alto rischio bon ton. Resiste nelle palestre e sotto l’abbacinante bianco di quest’estate, perchè ha il pregio di rendersi invisibile. Come feticcio erotico è in disarmo, le adolescenti lo svelano piuttosto per rompere le regole. In ufficio, ovale o no, è bandito. Anche perchè, come dimostrano gli “affair” della sofisticatissima serie “Mad men”, per le avventure da scrivania stuzzicano di più reggiseni e mutande ad alto impiego di cuciture e tessuto.
@boria_a
Anna Oxa a Sanremo nel 1999