martedì 20 maggio 2008

MODA & MODI: la rivincita delle pallide

Marcia Cross in "Desperate Housewives"
A queste latitudini chi ha la pelle diafana, lattiginosa, trasparente, non può sottrarsi alla domanda-tormentone: «Ma non vai mai al mare?», «Non sei ancora stata al mare?!», «Non ti piace il mare?», variante estiva dell'invernale «Ti senti poco bene? Sei così pallida...». In una tribù di gente marron già all'inizio della primavera, se non sfoggi un'epidermide da ballerina carioca per il solo fatto di scappare una mezz'oretta al sole all'ora di pranzo, sei guardato come un simpatico eccentrico, uno che non apprezza l'indicibile opportunità di vivere nella città dell'abbronzatura perenne.
Quest'estate, però, il bronzeo non va di moda. E' tempo di rivincita per le pallide. La pelle bianca è chic, come cent'anni fa, e viene esibita, custodita e curata. Una vera controtendenza e un sollievo: se siete costrette ad ancorarvi all'ombrellone per tutte le vacanze onde sfuggire all'eritema a macchia di leopardo, potrete sempre dire che lo fate perchè «è di moda»: non costa nulla, riprovazione sociale zero.
Le pagine della riviste sono piene di attrici bianche come il latte, per assurdo lo sono anche le modelle che promuovono i costumi di stagione. Avete presente Marcia Cross, la casalinga disperata che fa fuori il marito senza che la sua epidermide color cammeo sia percorsa dal più tenue arrossamento? O un'attrice intensa come Julianne Moore, o l'antesignana delle slavate, Jodie Foster, o Nicole Kidman, la prima a osare - a un festival del cinema di Venezia - un tailleur color nudo sull'incarnato candido, per finire con la più sofisticata Dita Von Teese, la regina del bourlesque, cadaverica e con le labbra color fuoco, con quell'ex marito, Marilyn Manson di alabastro come lei.
Pallida fa chic, sofisticata, un po' diva, superiore alle spiagge e alla tintarella low-cost. Una delle blogger beauty più celebri d'America, Nadine Haobsh, che ha la pelle come un proteo, consiglia: protezione trenta, anche d'inverno. Chi è meno talebana ha solo l'imbarazzo della scelta: nuovi solari da città, creme idratanti che accentuano la luminosità della pelle, fluidi e poudre perlati. Pallida fa fragile, simula bisogni mai espressi. E con gli uomini spaventati e in crisi di identità che ci sono in giro, magari aiuta.
@boria_a
Nicole Kidman

martedì 6 maggio 2008

MODA & MODI: la personalità sui tacchi delle scarpe 
Tacchi artistici firmati Miu Miu

Ditelo con il tacco. Piallato per chi non ha il complesso dell'altezza o, comunque piccola, guarda gli altri e gli alti dall'alto in basso. A stiletto? Seduttrice per professione, abituata a calzarli ed esibirli senza dar segni di cedimento, anche dopo una giornata d'ufficio. Nascostamente rialzati? Meno male che se li è messi pure Sarko, nella recente visita in Gran Bretagna, per non sfigurare accanto a Carla (che avrebbe dovuto andare scalza per essere meno «a terra» di così) e ci fa condividere con i francesi l'orrore di un premier nanetto che fa di tutto per non sembrarlo (lui, però, non è calvo, ancora, nè ha quel posticcio pilifero cresciuto come un prato inglese prima delle elezioni...). Zeppona? Una volta equivaleva a nostalgica sessantottina, oggi la piattaforma è così artisticamente lavorata, piena di inserti e decorazioni, che assicura il glamour ma non i rischi dell'elevazione.
Il vento di novità di quest'estate passa attraverso i tacchi. Le borse esagerano genericamente in dimensione, rivolte a un'indistinta acquirente fashion victim, ma le scarpe rivelano più che mai la personalità di chi le indossa, sono una dichiarazione di intenti, un manifesto mentale. E la fantasia, questa volta, si sfoga non lungo il polpaccio, o sulla punta, o alla caviglia, ma sulla suola. Benvenute nel 2008, anno dei tacchi a scultura. Delle pazzie che iniziano dal fondo, dei piedi protagonisti, della sfida a risucchiare gli sguardi verso terra, dove mai si appoggiano, se non in caduta libera dopo una sosta sul fondoschiena. Ami le zeppe? Ci sono quelle che assomigliano a un dondolo o costruite come bolle di sapone una sull'altra. L'inconfondibile stiletto? Oggi, sulle tradizionalissime décolleté, richiama le guglie dell'architettura russa. Per le più estrose e colorate c'è il tacco a manico di tazzina, o la zeppa che ricorda un ventaglio, o vuota in mezzo, con solo il profilo in evidenza, come disegnato nell'aria. C'è il tacco di metallo piantato a metà della suola, che crea l'effetto zeppa trasparente, quasi si fluttuasse su una piattaforma invisibile. Se dotate di grande equilibrio, fisico e mentale (perchè non si sfugge: il tacco suscita esternazioni multiple), si può provare con la scarpa plateau sospesa, che lo elimina del tutto. L'unica invenzione discutibile è a forma di cono di gelato, o, ancora peggio, a bastoncino: sono pesanti, slanciano poco e ingrossano innaturalmente la caviglia, perchè farsi del male?
Sono pazzie, costose e volubili, che dureranno una stagione. Ma il loro effetto consolatorio è garantito. Chi cerca il tacco che non tramonta dovrà continuare con lo stiletto, ormai proiettato verso i quindici centimetri, o rifugiarsi nelle ballerine, uscite di recente dall'anonimato proprio per quella versione proposta da Carlabrunì a Londra, pudica come il cappottone grigio che la ingoffava nè più nè meno di Camilla. Ballerine rasoterra e un'unica debolezza: il bottoncino sulla punta targato Dior, che tutti hanno fotografato quando ha piegato il piede per la riverenza, perchè anche le first lady hanno qualche piccolo, grande prezzo da pagare...
@boria_a
Carla Bruni si inchina alla Regina Elisabetta