martedì 13 giugno 2006

MODA & MODI: pericolo bianco

Alexander Mcqueen, primavera/estate 2006

L'estate alza bandiera bianca. Il colore più insidioso, problematico, narcisista, monopolizza le vetrine. Dalla borsa gigantesca, lucchettata, grondante ammenicoli da pigiare a terra una giraffa fino all'abitino svolazzante di sangallo, il biancos'insinua, invade, pervade.
Dopo i mesi invernali del nero, eccoci calamitate da questa irresistibile seduzione virginale. Perchè il bianco seduce, accalappia con la lusinga di un'apparente democrazia, un po' manipola. Sa di freschezza, di pulizia, di ingenuità, interpreta la nostra voglia di estate e di calore, il nostro bisogno di evadere dal tunnel del freddo e dalla crisi dell'abito, che aggiunge a strati piuttosto che inventare.
Ma il bianco di quest'estate 2006 è tutto fuorchè democratico, esattamente come la moda, che non è mai per tutti (ne abbiamo parlato: bermuda, stivali, colori). Intanto, non è un «unico» bianco, ma si moltiplica: quello mieloso, innocente e un po' ipocrita di pizzi e sangalli, alla country-girl di Dolce & Gabbana, quello energetico e sportivo delle canotte o delle t-shirt che corteggiano lo sport, quello abbacinante delle borse di finta pelle, pronte a raccogliere e trattenere nelle pieghe ogni granello di polvere, quello burroso e cerebrale delle giacchine alla «cinese», quello assoluto, imperativo, delle camicie importanti, tutte svolazzi e veli, trasparenze e plissè.
Questo bianco divide, seleziona, marca la differenza. E' un bianco "materiale", che pretende pelli curate, superfici levigate, imperfezioni trascurabili. Dicono gli esperti: colore sofisticato, pensato per valorizzare le sue trame, per portarle alla ribalta, fatto per corpi perfetti e un po' asettici. Un tempo perfezione e asetticità erano le prerogative del nero, oggi invece declassato a tinta «basic». Il bianco è da personalità decisa, da donna aggressiva che non teme giudizi o sguardi, paradossalmente quanto più lontana possibile dalle svenevolezze della
debuttante.
Bianco così angelico da diventare diabolico. A cominciare dai pantaloni, che rivelano proprio tutto, pelle a materasso, manigliette, cedevolezze, biancheria. Diventa volgare su chi ama l'abbronzatura brasiliana, il trucco accentuato, i gioielloni, su chi è negli «anta» ed espone ogni ruga al microscopio. Meglio miscelarlo col color sabbia, il grigio, moderatamente col nero per evitare gli accostamenti a pianoforte.
Il bianco preferisce le bionde, i colori diafani, neutri, i corpi androgini e un po' nervosi. E attenzione a volumi e proporzioni: sembrare una calla è un sogno, molto più facile finire per assomigliare a una meringa.
@boria_a

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