martedì 1 luglio 2008

MODA & MODI

Se le mezze maniche fossero le mezze stagioni

La moda maschile è appena scesa dalle passerelle milanesi. Sarà per questo che l'occhio cade più facilmente sulla galleria dei piccoli orrori quotidiani da cui siamo circondati e che in estate, col caldo e l'allentamento dei freni inibitori, anche in un luogo super-istituzionale come l'ufficio, tende ad allargarsi pericolosamente.


D'accordo: il cellulare al collo è - meno male - in netto ribasso, ma c'è ancora qualche irriducibile che si ostina ad appiccicarselo alla cintura, in quelle spaventose custodie di pelle e plastica trasparente che sembrano uno dei gadget di Star Trek. E le crocs? A nulla serve ripetere che ormai se le mettono solo i tedeschi e i fintissimi infermieri delle fiction ospedaliere italiane: c'è proprio chi non si decide a scrostarsele, letteralmente, dai piedi e che esibisce tutta la serie taroccata, acquistata sulle spiagge a un terzo del prezzo dell'originale (dal punto di vista estetico tra l'autentica e l'imitazione non c'è alcuna differenza, ma la plastica nelle seconde è talmente scarsa che porta l'epidermide al punto di fusione...).

Anche il sandalo di cuoio conquista in questi mesi nuovi pimpanti estimatori. Normali signori che d'inverno si muovono in mocassini, simil-pedule, pseudo-clark, scoprono improvvisamente com'è bello avere il piede costretto in quelle armature di cuoio marroni e si aggirano, del tutto estemporanei, in pantaloni con la riga del ferro da stiro e calzature da frate trappista.


Le espadrillas? Pensavamo di averle relegate all'estate da dimenticare (almeno dal punto di vista modaiolo) degli anni Settanta, insieme alle zeppe di corda allacciate intorno alla caviglia. Invece no, sono tornate, bisex e brutte come allora e senza neppure quella carica di allegra contestazione, quel senso di avvolgere il piede in un tessuto naturale, quell'etnico magari un po' scomodo ma molto politico di quarant'anni fa.


Le estremità sono il punto di caduta, una zona franca del gusto. Le calze spariscono e rispuntano i fantasmini, quei copri-dita, spesso bianchi (ma si vedono lo stesso, anzi, si vedono di più...) che dopo un viaggio in lavatrice, a patto di ritrovarli, si sono trasformati in vermiciattoli informi, difficili da riportare alla sagoma di un piede umano. Ma il caldo improvviso induce anche ad altre indulgenze. 


La camicia, per esempio. Se le mezze stagioni non esistono più, le mezze maniche invece resistono. Tristi camiciole tipo pigiama, sbottonate sul petto con buona pace dell'irsutismo diffuso (avete mai incontrato uno che si mette la camicia con le mezze maniche e che si fa anche la ceretta?), che la cravatta non affranca, tutt'altro.
I pantaloni color stabilo boss? Valentino dice che dopo i vent'anni è meglio che una donna si dimentichi la minigonna. Questi pantaloni, per la reciprocità, sono consigliati solo sotto i quaranta e oltre il metro e ottanta.


Ci sono in giro anche giacchettine estreme, nere e con qualche guizzo argentato, tipo prestigiatore. Se ne avete ricevuta una in regalo e ve la siete tenuta (insieme a chi ve l'ha regalata), le recenti sfilate insegnano come portarla: sotto ci va una canottiera (sì, proprio lei, alla Bossi...) a coste larghe. Ma dai pettorali agli addominali, sempre secondo la passerella, la «tartaruga» dev'essere perfetta.
twitter@boria_a


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