martedì 13 novembre 2012

MODA & MODI

La gonna riciclata di Sasha
Essere "second daughter", anche se dell'uomo più potente del mondo, qualche volta ha i suoi svantaggi. Chiedetelo a Sasha, che, nella storica notte della rielezione di papà Barack, ha fatto le spese della furiosa politica del riciclo di mamma Michelle. Dell'abito già visto della first lady americana si sono accorti subito tutti gli squali della moda sguinzagliati sul web: un modello rosso borgogna firmato da Michael Kors e già indossato almeno altre due volte, al conferimento di un'onorificenza al valore a un soldato di origine italiana e a un party natalizio alla Casa Bianca. Nessuno aveva prestato troppa attenzione alla gonnellina gonfia, verde a stampe, di Sasha, almeno fino a quando i segugi dell'Huffington Post americano hanno inchiodato la piccolina di casa alla dura realtà: si tratta di un "hand-me-down" di Malia, in altre parole di una gonna "smessa". Firmatissima, nel caso specifico dal designer Chris Benz, ma pur sempre andata fuori misura alla sorellona, ormai alta quasi quanto il presidente. La drastica politica del "rispolvero" di capi d'abbigliamento e di accessori ha caratterizzato tutta la campagna elettorale della signora Michelle. Non è più il 2008, l'anno del "yes we fashion" e di quel grintoso rosso e nero di Narciso Rodriguez, pronto a balzare nei libri di storia con tutta la sua carica di determinazione e provocazione. Adesso, pare volesse anticipare, siamo ai "four more years". È emergenza economica, dunque risparmio e taglio degli sprechi contano pure per la prima famiglia d'America. Perfino per l'ultimo dibattito di Barack, la consorte ha fatto uscire dal guardaroba un vestito "vecchio", il pizzo grigio perla firmato da Thom Browne, già indossato alla convention nazionale dei democratici.
Pian piano, Michelle ha spostato l'attenzione dei media dalla domanda "quale stilista promuoverà questa volta?" alla constatazione "ma l'abbiamo già fotografato". Nella notte della riconferma, riciclando per la terza volta il rosso amaranto, ha sottolineato con decisione il messaggio che aveva cominciato a suggerire nei mesi precedenti. Ha parlato alla gente di moderazione: nei colori, modi e soprattutto spese. Ma, al tempo stesso, ha lusingato l'industria americana puntando su un nome, Kors, che ha registrato una delle migliori performance in vista della quotazione in borsa.

Michelle era stata criticata dalla lobby nazionale della moda per l'esterofilia del suo guardaroba. Ha risposto con un'inequivocabile stoccata: le firme che "pesano", pure sul portafoglio, non sono usa e getta. Purtroppo per Sasha.
twitter@boria_a

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