domenica 29 giugno 2014

IL LIBRO
Jon Rance: Aiuto, c'è un bebè in arrivo
Lo scrittore Jon Rance

Non è facile imparare a diventare degni di tre, soprattutto quando non si è ancora degni di due. E così l'annuncio di un bambino in arrivo, riesce a gettare nel panico il trentenne Harry Spencer, un professore di storia con la vocazione da scapolo e l'allergia alle responsabilità.
Il panico da paternità imminente aumenta le bevute con i colleghi al pub, gli strani cocktail solitari nel capanno degli attrezzi, le scappatelle virtuali con la conturbante ex compagna di liceo, riagganciata al momento opportuno. Come sopravvivere a un bebè che sperava di posticipare e che, tutto d'un tratto, prima ancora di essere avvistato con l'ecografia, rivoluziona il suo tran tran di giovane maschio sessualmente esuberante, costretto giocoforza a risolvere le impellenze erotiche con facebook?
Esilarante, impietoso, a tratti tenero, questo "Non son degno di treJon Rance (Longanesi, pagg. 365, euro 14,90) è un autentico "kit di sopravvivenza per futuri papà", tutto l'opposto del libro che Harry viene costretto a leggere per attrezzarsi all'evento e che, ai maschi inquieti, suggerisce, in alternativa, una capatina ad Amsterdam o la disciplina del golf.
Un diario dalla parte di lui, ovvero del soggetto, lamenta Harry, che se anche avverte vagamente il ticchettio di un orologio biologico, non è stato allenato fin dalla più tenera infanzia a destreggiarsi con bambolotti e finti cambi di pannolino. Se poi hai la sventura di essere circondato da amici che si sono già allegramente pluri-riprodotti, hai il quadro completo di che cosa significhi vestire quelli che sembrano solo teli anti-vomito e uscirtene, in mezzo agli ospiti allibiti, con frasi come "Papi deve andare a fare pipì nel vasino grande".
Tra preparazione al parto coi bongo e terapiste familiari apertamente ostili ai mariti inadeguati, Harry ce la farà ad arrivare al fatidico giorno e a constatare con sollievo che il piccolo William non ha una voglia a forma di pene sulla fronte. Ma adesso c'è un altro problema da affrontare: bisogna tornare a casa col fagottino e lasciare l'ottima mensa dell'ospedale («dove ogni giorno ti portano un menu da cui puoi scegliere quello che vuoi...») e quell'albergo sterile e tanto protettivo per i neopapà. «Non voglio andar via», annota Harry sul suo diario. E qui comincia un'altra storia.
twitter@boria_a

La copertina del libro di Jon Rance

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