martedì 12 luglio 2022

MODA & MODI

 

Il "Calzetto Pride"

 


 

 Tra la Giornata mondiale del bacio e quella per la pulizia delle mani se n’è infilata una che celebra un binomio a lungo considerato impresentabile: il calzetto e il sandalo. Non è l’operazione simpatia di una qualche pro loco nei confronti di turisti pannonici.

Il “Socks and Sandals Day”, che ci siamo persi per pochi giorni - la prima edizione cadeva infatti l’8 luglio scorso - è stata lanciato nientemento che dall’English Heritage, l’istituto pubblico che in Gran Bretagna tutela i siti storici, in occasione delle celebrazioni per i 1900 anni dall’edificazione del Vallo di Adriano, avvenuta tra il 122 e il 128 d.C.

Chi in quella giornata si presentava in una serie di luoghi archeologici legati alla storia romana sfoggiando sandali e calzetti, poteva visitarli gratuitamente. E siccome siamo in anni di condivisione virtuale, scattando un selfie alle proprie estremità così abbigliate si riceveva in regalo un paio di calzetti griffati in tema con le gesta dell’imperatore.

La singolare campagna promozionale ha un fondamento tutt’altro che peregrino. Prima che i vituperati turisti tedeschi scendessero verso le coste italiane in pedalini e sandali, prima che Miuccia Prada lanciasse la sua estetica del brutto, anno 1996, erano stati i legionari romani ad adottare le calze per proteggere i piedi dai rigori del suolo britannico. Intrappolate nei resti dei calcei, i sandali, rinvenuti in un sito archeologico nel North Yorkshire, sono state trovate fibre riconducibili a un inequivocabile calzettone. E anche nel sud di Londra, a Southwark, il piede di quella che era stata una grande statua di epoca romana, riaffiorato da uno scavo, ha tradito l’utilizzo della calza, perchè non erano visibili i dettagli dell’unghia.


A riscattare il loro lontano passato di sottomissione alla grandezza dell’impero romano, i britannici insistono con dovizia di testimonianze nell’elencare l’uso del combo calzare-calzetto, citando anche le rappresentazioni dell’abbigliamento dei soldati sui manici di coltelli e rasoi o le tavolette con l’elenco degli indumenti, comprensivo di calzature e calze.

Altro che maestri di civiltà, insomma. Gli impavidi legionari di Adriano cedevano come i comuni mortali ai rigori della Britannia, alla faccia dello stile.


Dinnanzi a cotanto patrimonio storico, chi siamo noi per continuare a guardare con sospetto i sandali col tacco o le décolleté abbinate al calzettone, dai primi anni Novanta periodicamente riproposti dalle passerelle, o la calza a coste maschile, infilata nella ciabatta da piscina, con il logo bene in vista, ormai da tempo sdoganata da rapper e celebrità varie anche nelle passeggiate urbane?

Il “Socks and Sandals Day” degli inglesi vanta già un grande merito: seppellisce con la forza del rigore scientifico il famigerato “fantasmino”, quella mezza calzetta che arriva all’altezza del bordo del mocassino o della scarpa da ginnastica, con l’obiettivo, quasi sempre mancato, di simulare la nudità.

Riconsideriamo i tedeschi, con i loro teneri piedoni di spugna bianca dentro le Birkenstock, audaci anticipatori di uno stile.

È “Calzetto Pride”, almeno se ne va la preoccupazione della pedicure.

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