domenica 8 gennaio 2023

PERSONAGGI

Leonor Fini, Mae West e la boccetta

per il profumo Shocking  (senza chili di troppo)

 

Shocking/ Lés mondes surréalistes d'Elsa Schiaparelli a Parigi

 

 

“Da questa silhouette è nata anche la bottiglia di profumo dal busto di donna, la famosa bottiglia di profumo Schiaparelli che è praticamente diventata la firma del brand. Eleanore Fini la disegnò per me e ci volle più di un anno perché il bouquet fosse pronto. A me ora toccava trovare il nome e scegliere in quale colore presentarlo. Il nome doveva cominciare con la S, questa è proprio una delle mie superstizioni”.

Così scrive Elsa Schiaparelli nella sua autobiografia, “Shocking Life” del 1954: shocking la sua vita, Shocking il nome che decise di dare al celeberrimo profumo, shocking la nuance di rosa per la scatola ispiratale dall’amico pittore Christian Bérard.
Schiap, «quell’italiana che fa vestiti», come la liquidava la rivale Coco Chanel, era arrivata a Parigi nel 1922, un anno prima di “Eleanore”, Leonor Fini. Era separata dal marito, il conte William de Wendt de Kerlor, un teosofo, e con lei c’era la figlioletta Gogo (la futura mamma di Marisa Berenson).

Da sempre sensibile alle suggestioni dell’arte, Schiaparelli si avvicina all’ambiente dei surrealisti. «Lavorare con degli artisti del calibro di Christian Bérard, Jean Cocteau, Salvador Dalì, Vertés e Van Dongen, con fotografi come Hoyningen-Huene, Horst, Cécil Beaton e Man Ray aveva un qualcosa di esaltante - annota nell’autobiografia - ci si sentiva aiutati, incoraggiati molto al di là della realtà pratica e noiosa in cui consiste la fabbricazione di un abito destinato alla vendita».


Per Schiap, Cocteau disegna motivi di ricami costellati da simboli poetici, Dalì i tessuti con le aragoste, le labbra rosse, la borsa-telefono, Jean Hugo crea bottoni-scultura, Elsa Triolet e Louis Aragon progettano un collier di pastiglie di aspirina. Ma è Eleanore, l’amica Leonor Fini, a firmare la “creatura” che percorre tutta la vita della stilista. «La moda nasce da piccoli fatti, tendenze, anche dalla politica, mai cercando di fare piegoline o balze, gingilli, o vestiti facili da copiare, o dall’allungare o accorciare una gonna...» dice Schiap in “Shocking Life”.


Eccolo il “piccolo fatto”. È il 1936, Leonor e l’amica stilista sono nell’atelier di quest’ultima, in Place Vendome, davanti alla statua di gesso che l’attrice Mae West ha inviato dagli Stati Uniti per facilitare la confezione dei costumi di “Every day’s a holiday”, il film diretto da Edward Sutherland che sarebbe uscito un anno dopo. Mae vuole vestiti Schiaparelli, ma senza spostarsi dall’America e per le prove in atelier ha mandato al posto suo la statua che la raffigura nuda nella posa della Venere di Milo.

 

Mae West in "Every day's a holiday"

 


È così che a Leonor viene l’idea per la bottiglia di Shocking: un manichino modellato sulle curve di Mae West, con un metro da sarta passato intorno al collo e incrociato sul punto vita, dove spicca la S di Shocking nell’inconfondibile rosa. Nella mostra “Shocking! Lès mondes surréalistes d’Elsa Schiaparelli”, splendido omaggio visitabile fino al 22 gennaio 2023 al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, la boccetta di Leonor Fini è esposta accanto al ritratto che l’artista triestina fece a Gogo.


La bottiglia-busto è rimasto un oggetto iconico della griffe, ripresa negli anni Novanta da Jean-Paul Gaultier. Non andarono altrettanto bene i costumi per Mae West che nel frattempo era ingrassata. La Paramount fu costretta a cambiare la palette lilla-rosa-malva pensata da Schiap e a rifare tutti i vestiti in nero e colori più scuri, perché nemmeno i corsetti riuscivano a dominare i chili di troppo e a ridisegnare la leggendaria silhouette a clessidra dell’attrice.

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