martedì 1 novembre 2005

MODA & MODI: c'è una borsa per ogni bag-victim


 Grace Kelly con la borsa-icona che porta il suo nome
Il nome Bagonghi non vi dice niente? Pensate che la Baguette sia solo un filoncino d'oltralpe? Quando vi nominano la Birkin ricordate vagamente una cantante di fine anni '60, diventata famosa per un motivetto orgasmico? Se questi quiz vi lasciano disorientate, una cosa è certa: non siete una bag-victim. Probabilmente arraffate dall'armadio il primo contenitore con manici che vi capita a tiro e non avete mai considerato l'ipotesi di segnare il vostro nome in una lista d'attesa per assicurarvi il modello che sfoggia Gwyneth Paltrow (tanto meno l'idea di fare un salto dal più vicino cinese per comperare la sua fedele imitazione).
Eppure, nel capriccioso e instabile universo della moda, la borsa è l'accessorio di cui quasi nessuna donna, le piaccia o no, può fare a meno. Per le griffe un po' acciaccate dall'export in calo, è un vero e proprio Sacro Graal, perchè chi azzecca il modello della stagione, e riesce magari a infilarlo al braccio della celebrità del momento, ha la certezza di rimpolpare i bilanci e rilanciare il marchio su scala planetaria.
Siccome tra l'essere una borsa-dipendente e il potersi permettere il lusso di girare a mani libere (lo faceva Diana Vreeland, direttrice di Vogue America, grazie a un paio di fedeli assistenti riconvertite in sherpa, e lo fa l'attuale Miss Vogue, Anna Wintour, quella che si prende sempre le torte in faccia alle sfilate...), c'è un numero illimitato di utilizzatrici di borsette, ecco che vale la pena dare un'occhiata al divertente «Pazze per le borse» (Sperling & Kupfer, 14 euro) della giornalista Paola Jacobbi, manualetto semiserio per orientarsi tra nomi, modelli, codici di utilizzo e, perchè no, un pizzico di buone letture.
Alzi la mano chi ricorda che Anna Karenina, prima di gettarsi sotto il treno, lancia sui binari la borsetta di velluto rosso? Donna stanca della borsa, stanca della vita? Forse l'interpretazione è un po' irriverente, certo è che questi accessori, oggi considerati i nuovi gioielli (un modello di pelle di struzzo di Marc Jacobs costa più di un braccialetto con charm di Tiffany...) rivelano molti aspetti della personalità della proprietaria. Ci si può davvero fidare di una che va in giro con lo zainetto color rosa smalto passati gli anta? E scommettereste  ull'organizzazione della signora che sceglie un modello senza fondo come il secchiello e poi rinuncia a rispondere al cellulare perchè non lo trova?
Chi sono, invece, le donne-borsa, consegnate per sempre al mito? Jacqueline Kennedy e Grace Kelly, naturalmente, icone di stile alle quali Gucci ed Hermès hanno dedicato borse-icona come la «Jackie» e la «Kelly».
Jackie Kennedy
Meno nota, ma più divertente, la storia della «Birkin», nata da un incontro fortuito, sullo stesso aereo, tra la cantante inglese alla ricerca della borsa ideale, e il signor Jean-Louis Dumas Hermès, provvidenzialmente seduto accanto a lei e pronto a soddisfare le sue esigenze in fatto di contenitori.
Entrata in commercio nel 1984, la Birkin Bag è un oggetto inavvicinabile per i comuni mortali: ancor oggi costa duemila euro nei modelli basic e per averla bisogna pazientare in lista d'attesa, come ben sa la Samantha di «Sex and The City», che cerca di accorciare i tempi e perde per sempre il prezioso oggetto del desiderio.
Jane Birkin (da en.unifrance.org)

E i falsi? Dice Frida Giannini, direttore creativo di Gucci, che chi li porta si svaluta da sola, meglio ben fatto e anonimo. Ma poi aggiunge: «Quando non vedo in giro falsi Gucci mi allarmo. Significa che dobbiamo applicarci di più. Invece se ce ne sono troppi vuol dire che è ora di inventare un nuovo modello».
@boria_a


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