martedì 9 gennaio 2007

MODA & MODI

Autoreggetevi forte

 Pippi Calzelunghe

Autoreggenti o parigine? Entrambe si arrampicano fino a metà coscia, più su le prime, un po' più giù le seconde, ma i loro caratteri sono agli antipodi, come le donne che le scelgono. Diversi gli spessori, i colori, le fantasie.

E soprattutto le fantasie che suscitano in chi le guarda: Silvana Mangano col suo biancore torbido e morbido, o Pippi Calzelunghe su due coscine di pollo multicolor? Sembrano inconciliabili, inaccostabili. Eppure le calze più fashion di quest'inverno (e, per loro fortuna, un inverno che non infierisce...) si attraggono, un po' perfino si assomigliano, sarà per quella porzione di carne che lasciano scoperta, per quell'assaggio di nudità che è un po' come uno sguardo in tralice, o, al più, una strizzatina d'occhio amichevole...
Velate, a rete, con inserti di pizzo, ricami o fiocchi a nascondere la fascia di silicone che le sorregge (e che, diciamolo, con quella freddezza «chirurgica» sulla pelle, mette a dura prova anche le estimatrici...), le autoreggenti, inventate proprio vent'anni fa dalla Dim, hanno dichiarato guerra ai collant in nome delle armi più antiche e collaudate della seduzione.
Quando la casa francese di intimo e corsetteria le lanciò sul mercato, nel 1986 come «calze giarrettiera», fu successo esplosivo, a dispetto delle fan dell'accoppiata minigonna-collant. Bernard Pivot, celebre conduttore televisivo francese, ne scrisse ispirato: «Che calze! Fini, soavi, innocenti e a un tempo erotiche, un'opera d'arte, tentatrici e inaccessibili, sublimi...».

Problemi ce n'erano, eccome. Capitava che si accortocciassero alla caviglia, a tradimento, con un orrendo effetto calzino non pianificato. O che cominciassero a scivolare con lentezza lungo la coscia, fino a scendere in picchiata dopo il ginocchio. Lo fanno ancora dopo un po' di lavaggi, nonostante le correzioni intervenute negli anni, ma la loro carica seduttiva non si sfalda come l'elastico. La fascia di pizzo sempre più alta è fatta apposta per lasciarsi intravedere sotto la gonna, sono irrinunciabili con gli abiti da sera e i tacchi alti, ma ancora più spesso si portano sotto l'insospettabile tailleur, come autografiticazione, segreto da condividere con se stesse come l'intimo di lusso.

Più spiritose le parigine, a metà tra gambaletto e autoreggente, che quest'anno le ragazze hanno adottato su scarpe basse e minigonna di tartan. Coprenti, colorate, fintamente innocenti. Quelle ricercate, di pizzo velato, sono lavorate in modo tale che punta e tallone formino un motivo decorativo per la scollatura del sandalo o della scarpa. Se fatte bene, aderiscono perfettamente e senza la spiacevole gomma che segna la coscia tipo insaccato. E se pure scivolassero un po', potrebbe essere una malizia da Lolita piuttosto che una débacle dell'erotismo...
twitter@boria_a

Silvana Mangano in "Riso amaro"


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