MODA & MODI: sedurre con la casalinghitudine
Mrs Beeton's book of household management |
Mi cade l'occhio su poche righe del giornale che comunicano la nascita di una nuova associazione cittadina, dedicata alle donne che vogliono riscoprire antichi saperi domestici: come occuparsi al meglio della casa, dell'arredamento, del benessere della famiglia. Trasecolo. E mi viene in mente un articolo del paludatissimo «Financial Times», che alcuni giorni fa dedicava l'intera pagina a un fenomeno editoriale oggi molto in voga negli Stati Uniti: la riscoperta dei libri sulla «casalinghitudine». Niente a che fare con le occupazioni delle massaie disperate nella serie televisiva, il cui passatempo preferito è quello dei rincorrere, arrapatissime, presunti idraulici sui vialetti della provincia americana, nascondendo dietro le tendine storie di sesso e quarti di maschio nel frigorifero. No, proprio le casalinghe autentiche, quelle dell'epoca pre-femminista, il cui compito specifico era creare una casa felice e confortevole per marito e figli e sapere a menadito quali macchie si cancellano con bicarbonato e aceto bianco.
«Mrs Beeton's book of household management», opera di una delle più celebri scrittrici inglesi di cucina, fu pubblicato per la prima volta nel 1861, e oggi, quasi centocinquant'anni dopo, ritorna pimpante nelle librerie in una compilation del «meglio di...». Altri titoli sono ugualmente inquietanti per chi ha la ferma - e datata, pare - convinzione che la parola «management» debba essere usata solo per la vita femminile «fuori» dalle mura domestiche: «The housewife's handbook», manualetto per la donna di casa, «The gentle art of domesticity», «44 Things: my year at home». Suggerimenti espliciti. La casalinga è diventata di moda, sebbene nell'epoca della post-emancipazione, si parli delle sue rispolverate competenze in termini di realizzazione personale, di autogratificazione, non necessariamente di
qualità che devono servire per mantenere (e trattenere) un partner compiaciuto. In sostanza: adesso che le donne hanno una carriera e una retribuzione pari a quella degli uomini, possono tornare a occuparsi con soddisfazione di come liberare gli armadi dalle tarme e tenere una casa curata, senza delegare questi compiti ad altre.
Trend vagamente reazionario? La moda ci si adatta con leggerezza, recuperando dagli anni '50 e '60, quelli della «domesticità» forzosa, bellissime stampe a fiori, gonne ampie o molto fascianti, tentativi di sottogonna, cinture alte che segnano la vita, scarpe col fiocco. I portfolio con le tendenze sono all'insegna di una femminilità sapiente, appena un po' maliziosa: tantissimi abiti, scollature a cuore, tessuti fruscianti, vestitini che paiono grembiuli. La neo-regina della casa mostra con moderazione. Ha sempre tutto sotto controllo, ma non rinuncia alla seduzione. Sono out le spallone, le scarpe a punta, il tacco vertiginoso, la mini ascellare. E anche il nero perde colpi, torna il colore deciso. Non si imita l'uomo nè lo si accalappia nel modo più scontato.
@boria_a
«Mrs Beeton's book of household management», opera di una delle più celebri scrittrici inglesi di cucina, fu pubblicato per la prima volta nel 1861, e oggi, quasi centocinquant'anni dopo, ritorna pimpante nelle librerie in una compilation del «meglio di...». Altri titoli sono ugualmente inquietanti per chi ha la ferma - e datata, pare - convinzione che la parola «management» debba essere usata solo per la vita femminile «fuori» dalle mura domestiche: «The housewife's handbook», manualetto per la donna di casa, «The gentle art of domesticity», «44 Things: my year at home». Suggerimenti espliciti. La casalinga è diventata di moda, sebbene nell'epoca della post-emancipazione, si parli delle sue rispolverate competenze in termini di realizzazione personale, di autogratificazione, non necessariamente di
qualità che devono servire per mantenere (e trattenere) un partner compiaciuto. In sostanza: adesso che le donne hanno una carriera e una retribuzione pari a quella degli uomini, possono tornare a occuparsi con soddisfazione di come liberare gli armadi dalle tarme e tenere una casa curata, senza delegare questi compiti ad altre.
Trend vagamente reazionario? La moda ci si adatta con leggerezza, recuperando dagli anni '50 e '60, quelli della «domesticità» forzosa, bellissime stampe a fiori, gonne ampie o molto fascianti, tentativi di sottogonna, cinture alte che segnano la vita, scarpe col fiocco. I portfolio con le tendenze sono all'insegna di una femminilità sapiente, appena un po' maliziosa: tantissimi abiti, scollature a cuore, tessuti fruscianti, vestitini che paiono grembiuli. La neo-regina della casa mostra con moderazione. Ha sempre tutto sotto controllo, ma non rinuncia alla seduzione. Sono out le spallone, le scarpe a punta, il tacco vertiginoso, la mini ascellare. E anche il nero perde colpi, torna il colore deciso. Non si imita l'uomo nè lo si accalappia nel modo più scontato.
@boria_a
Un modello firmato da Stuart Weitzman |
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