martedì 16 dicembre 2008

MODA & MODI

Re-design d'autore

Riciclo? Sì, ma creativo, bizzarro, imprevedibile e curato nel dettaglio come un capo di sartoria. Microscampoli inutilizzabili che diventano cinture obi, pezzi di tappezzeria trasformati in deliziose pochette o borsette da sera, vecchi bottoni fuori moda recuperati in bracciali stile Chanel, assemblaggi di lane per sciarpe lunghissime come un paramento, cappelli a metà tra il cuoco e il dignitario, maxi-spille a fiore confezionate con ritagli di sete vintage, collane di quadratini di vecchi tessuti uniti da un filo unico, persino un bustier ottocentesco color sabbia di lino grezzo per chi non ha paura di attirare gli sguardi. E c'è pure il riciclo ironico, la finta Fendi di tessuto a righe, da regalare all'amica che del logo proprio non può fare a meno...


Ines Paola Fontana e Roberta Debernardi, il duo artigianal-creativo che si nasconde dietro il marchio Studiocinque e altro (www.studiocinqueealtro.com), pare che lo facciano apposta ad arrivare sotto le feste senza una collezione di gioielli e accessori di tessuto «ortodossa», ma soprattutto «pronta». Il che, per le clienti affezionate, è la conferma di una certezza: ogni pezzo è unico ed è pure un work in progress... Chi entra nello storico negozio di tendaggi di viale D'Annunzio, infatti, capita che non comperi il pezzo già confezionato, ma che finisca per creare e sperimentare combinazioni di stoffe e uscire con un'idea di futuro accessorio studiato lì per lì, da ordinare e aspettare. Loro, infatti, consigliano ma non spingono: così si ritrovano ad assecondare desideri bizzarri, come quello di una borsa «istrice», disegnata e realizzata da Roberta con le stecche utilizzate per i bustini, e a mettere a punto sempre nuovi pezzi per una collezione che, tutta intera, non si vedrà mai. Commercialmente un disastro, ma vuoi mettere la soddisfazione.


Le idee regalo più originali nascono dal progetto «Re-Design» organizzato nel giugno scorso ad Ariis di Rivignano come tappa di «Maravee»: mostra e sfilata all'insegna del recupero e riutilizzo intelligente, filosofia che «ealtro» pratica da sempre. Ci sono microborsette  ssemblate con gli scarti della lavorazione delle tende, minuscole ma consistenti, un grande bracciale a disco composto da ottocento bottoni di modernariato trattenuti da filo d'acciaio, collane leggerissime e anelli sempre di un'inesauribile «eredità» di bottoni ormai fuori produzione, alcuni in una sfumatura glicine molto modaiola, e ancora sciarpe, cappelli, cuscini. Tra gli oggetti propri, anche alcune «ospitalità», come i piattini reinventati di Lucy.d: residui di servizi sopravvissuti a catastrofi domestiche o rimasugli di rigatteria che trovano una nuova dignità di servizio con l'applicazione di foglie di platino e d'oro, le borse fatte di camere d'aria e firmate Kontiki, i vasi di F Maurer che non sono altro che bottiglie decapitate.


Ogni gioiello o accessorio tessile è vintage e riciclo (i cappelli o gli inserti delle stole sono pezzi di vecchi pantaloni o di stoffe da pantaloni mai diventati tali...) ma la loro origine è irrintracciabile e inimmaginabile. Resta quel sottile fascino di fuori moda diventato, di nuovo, di moda.


twitter@boria_a



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