martedì 7 aprile 2009

MODA & MODI: Michelle e Carla, a colpi di stile

Quante sfide deve superare Michelle. L'ultima in ordine di tempo appena qualche giorno fa, a Strasburgo, quando si è trovata a fronteggiare l'attacco repentino di Carlà, arrivata di gran carriera al vertice Nato con il sentore che la stella nascente riuscisse a rubarle la scena europea e ad accreditarsi planetariamente come la first lady che detta la moda. E ultima, è notizia di queste ore, la bocciatura, guarda caso, dello stilista di Laura Bush, Oscar de la Renta, che ha sibilato: «Non si va in cardigan dalla Regina». Perchè Michelle, in questa sua trasferta europea, ha evitato le grandi firme della moda statunitense e si è rivolta a giovanissimi designer immigrati, la cubana Isabel Toledo e il taiwanese Jason Wu, o ha scelto nomi dello street style come J. Crew, in vendita nelle catene low cost.
Apriti cielo. Che orrore il guardaroba da first lady della crisi economica. A de La Renta si sono accodate Vera Wang («vorrei che considerasse qualcuno di noi, perchè abbiamo qualche contributo da dare...») e una caustica Donna Karan, che ha sentenziato: «Spero e credo sia solo un momento: spero di poterla vestire, ma non solo, anche consigliarla...». Bellissima in completo nero e camicia di seta bianca accanto all'eterna regina Elisabetta di marzapane rosa nel G20 londinese che ha preceduto le giornate Nato, la signora Obama ha rotto addirittura il granitico cerimoniale di Buckingham Palace con quell'abbraccio temerario alle spalle della sovrana, da sempre intoccabile, finendo per promuoversi «in toto», maniere e stile, come la colta avvocatessa, paladina dei diritti dei più deboli, che non resta in soggezione davanti a una delle ultime icone di un mondo che non esiste più. Impeccabile eppure affettuosamente disinvolta con Elisabetta, fresca, deliziosamente vintage come le ragazze di Grease, gonna gonfia e golfino (quello che non è piaciuto a de la Renta, appunto), in uno degli impegni pubblici.
Non c'è da meravigliarsi che Carlà si sia precipitata accanto al marito a riaffermare una leadership finora incontrastata. Ma se quei soprabitini color polvere, quintessenza del finto understatement firmato Dior, quelle ballerine griffate sulla punta e la microborsetta col manico tondo avevano avuto gioco fin troppo facile con l'insalsicciata Camilla, nella prima visita ufficiale dei coniugi Sarkò a Londra, questa volta la top model italiana riconvertitasi in premiere dame si è trovata davanti un'avversaria «diversa» più che temibile. Ecco Carla, fotocopia della se stessa già vista qualche mese fa, tutta grigiolina, calze bianche e senza tacco accanto a un'esuberante Michelle che non ha paura dei colori, tailleur scuro con grandi fiori fuxia sul mezzo tacco che la aiuta a slanciare polpacci e fianchi.
Uno a zero, dunque, già per la tinta. Nessun timore di involgarirsi con quei ramage sulla pelle nera, anzi, una decisa affermazione di sé, del suo ruolo.
Accanto, madame Sarkò, tutta pastello, sembra solo quello che è sempre stata: un'affascinante e un po' annoiata ereditiera che, lasciato il trastullo delle passerelle, si dà alla musica, fingendo trasgressione nei confronti delle regole di un palazzo che ha abbracciato con grande velocità.
E le calze? Carla le porta lattee, quasi da infermiera, con effetto anestetizzante su qualsiasi sex appeal, Michelle lascia le gambe, pur forti e palestrate, nude. Un altro punto per la sensualità: l'America nera vince sull'algida Europa, senza sangue. Se proprio una pecca vogliamo trovare, diciamo che la signora Obama ha bisogno di un couffeur più aggiornato. La cotonatura le conferisce una muffosa cresta, a confronto dello sbarazzino liscio della francese. Ma c'è da scommettere che è già pronta una lunga lista di parrucchieri rigorosamente made in Usa pronti a rifarle la testa. Posto che lei, e non sembra così scontato, ci stia.
@boria_a
Michelle Obama e Carla Bruni Sarkozy (ph. Mirror)

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