martedì 5 maggio 2009

MODA & MODI: power spalle

Avremmo preferito i Puffi, Gargamella compreso, o magari il cubo di Rubrik. Lo zaino Invicta, gli scaldamuscoli di Jennifer Beals in «Flashdance», persino le Timberland, il giubbotto Monclair e l'intera divisa griffata del paninaro. Gli stilisti, invece, rispolverano e rilanciano dagli anni Ottanta il particolare più controverso: le spalle imbottite. Ovvero la silhoutte guerresca, il profilo della donna in carriera, tutta tacchi a spillo, vita strizzata dal cinturone di pelle, cotonature imponenti e omeri da sfondamento. Una signora da battaglia, come quella degli anni Quaranta, quando, per la prima volta, il rinforzo delle spalle prende piede, in omaggio allo spirito militare che pervade la società e impone anche a lei di assumere una connotazione «bellica», irrobustendo i contorni della camicette di seta e rimpolpando quelle dei golfini di mohair.
Dopo i fiori, le fantasie, la biancheria da baule della nonna degli anni Settanta e prima dei Novanta, tutti rigidezza e conformismo, gli anni Ottanta, quelli del boom delle pubbliche relazioni, delle città da bere, delle tangenti e delle carrieriste senza scrupoli, disegnano per lei un abbigliamento che «buca». Giacche e giubbotti di pelle rigidi, impettiti, squadrati, gonne aderenti, stiletto, colori da evidenziatore, rosa shocking, bluette e gialli flou, acconciature a criniera o post-punk, con creste aggressive che trasformavano tutte in altrettante Alexis, la cattiva di Dynasty interpretata da Joan Collins. Ma era quasi trent'anni fa, l'epoca della Thatcher e delle prime soap torrenziali, piene zeppe, appunto, di signore che ticchettavano perennemente annoiate dell'amante di turno ai bordi di una piscina, col rossetto scarlatto, la chioma leonina e un tailleur-armatura da cui spuntavano i primi (almeno per la televisione) seni vistosamente ritoccati. Prontissime, appunto, a suon di spallate, a farsi largo tra i miliardi dei consorti petrolieri e a portargliene via una buona fetta.
Perchè proprio adesso questo estemporaneo ripescaggio? Una paio d'anni fa, quando le imbottiture fecero una timida e infelice ricomparsa, si parlò di ritorno al power-dressing, all'abbigliamento delle neo-arrampicatrici, di un mood «cancellieresco» delle nuove leve del potere che guardava ad Angela Merkel (spalle imbottite la signora tedesca? forse solo giacche mal tagliate...), a Hillary Clinton, piuttosto che alla «morbida» Cecilia, fresca e pimpante ex Sarkozy. Fa un po' ridere, e a noi mod-aholic, fa molto riflettere, vedere come i «ricorsi» nell'abbigliamento (insopportabili, ma utilissimi dal punto di vista del risparmio) siano presentati e propinati dal business con opposte giustificazioni, ridicole appena una stagione dopo. Le spalle quadrate di un paio d'anni fa? Il «recupero» intelligente di una nuova generazione di donne che si prepara a dare l'assalto alle stanze dei bottoni con il capo più caratterizzante indossato dalle loro madri. Oggi, che un altro «ritorno», quello della favorita dell'imperatore (e dei suoi luogotenenti sul territorio...) anche nelle liste elettorali, rende le stanze dei bottoni sempre più lontane, che cosa mai potrebbe spingere donne normali a tornare alle fastidiose, importune, archeologiche imbottiture? Ma è lapalissiano, ci suggeriscono dalle passerelle: in tempi di crisi e di lavori in bilico, una bella giacca quadrata è quello che ci vuole per farsi prendere sul serio. Abbigliamento per andare a caccia del potere maschile, ieri, per non farsi rullare dal potere, sempre maschile, oggi. Che nel suo armadio ne abbia qualcuna anche Veronica?
@boria_a
Joan Collins, power dressing da Dynasty

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