martedì 19 ottobre 2010

MODA & MODI

Donne con le gonne. E le forbici

Un drappo di seta bagnato, attorcigliato e lasciato asciugare sotto il sole per ricavarne un plissè che dura solo una notte, il tempo sufficiente a far vivere un abito da sogno, da far innamorare, ispirato al "delphos" di Mariano Fortuny. Lo chiffon che diventa una gonna gonfia e leggera, adatta a passeggiare sui marciapiedi bruciati di Tetuàn, il protettorato spagnolo in Marocco, dove gli occhi maschili si incollano alle forme delle straniere, desiderabili e spregiudicate. La lana per una gonna color vino, stretta e al ginocchio, un tubino semplice e impeccabile per la divisa da lavoro di una sarta, che tagliando e cucendo senza posa raccoglie segreti, intreccia rapporti, diventa confidente e poi potente alleata nella rete delle trame femminili.
Tutto comincia con una gonna in "La notte ha cambiato rumore", il romanzo dell'esordiente Maria Dueñas, già best seller in Spagna: è la trasgressiva gonna pantaloni che Elsa Schiaparelli inventa per la tennista Lili de Alvarez e che la protagonista del libro, la sarta Sira, riproduce per la sua prima cliente, copiandola dalla foto di una rivista di pettegolezzi. Da quelle pieghe nasce il suo riscatto, dopo il tradimento e l'abbandono di un avventuriero che, negli anni del franchismo, la trascina via dall'amata Madrid per scaricarla a Tetuàn con addosso, appunto, solo di che vestirsi. E la capacità innata di cucire e di "sentire" i tessuti, che sotto le sue mani si trasformano e trasformano.
Sulle gonne volteggia il successo di Sira e delle altre protagoniste di questo torrenziale feuilletton in rosa, donne di "influenza" più che di potere, che modellano il loro destino come tagliano un abito, con grazia pari alla determinazione. Una lettura dunque, ideale per predisporci alla moda di questi mesi freddi, che ci suggerisce il ritorno a una femminilità accentuata e insieme discreta, lasciando da parte i pantaloni per riscoprire vestitucci corti ma soprattutto gonne, il capo base, una sorta di tavolozza bianca da cui partire per inventarsi uno stile.
Sembra facile abbinare la gonna: un maglioncino, una camicia, una giacca più o meno lunga, un qualsiasi "avanzo" di armadio a prima vista va bene. Invece no, la novità di questa stagione è sperimentare combinazioni e consistenze diverse, provare lunghezze inedite, giocare con gli accessori, mischiare la  pelle con la lana grossa, il tweed alla seta, destabilizzare i colori accostando il verde oliva al grigio o al crema pallido, nuance così anemiche che a prima vista respingono e invece, con un'intuizione felice, si accendono.
Le più "modaiole" sono gonne così lunghe da disegnare una silhouette da ampolla, favorita dai guanti di pelle anch'essi interminabili, fin sopra il gomito. Lunghe ma anche plissettate, con maglioni sottili a collo alto per non appesantire la cascata delle piegoline. O di pelle, micro, con pull altrettanto striminziti dove solo il collo è esagerato. O, ancora, a corolla e al ginocchio, per assecondare la voglia di bon ton che c'è nell'aria. Gonne spesse, nei tessuti maschili, da portare con camicette di velo. O frivole e leggere accostate a un robusto "chiodo" di pelle. Anche il rigorosissimo tubino prende vita con un accessorio originale: sopra la sua gonna color vino, Sira porta un paio di vecchie forbici d'argento legate a un nastro. Non tagliano più, almeno la stoffa.


twitter@boria_a
La copertina dell'edizione italiana del libro di Maria  Dueñas, "El tiempo entre costuras" (Mondadori)

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