Michelle Obama nell'abito di Maria Pinto (Charles Ommanney/Getty Images) |
Dell'immenso business pubblicitario legato alla signora Obama, e delle sue ricadute economiche sulle vendite di certe griffe, si è occupato piuttosto seriamente il New York Times, chiedendosi, all'annuncio dell'improvvisa chiusura dell'impresa proprio di Maria Pinto, se le preferenze della first lady si trasformino davvero in dollaroni per gli stilisti. Conclusione non automatica: tant'è che la stessa icona per eccellenza del guardaroba della signora, l'abito rosso e nero della vittoria, dagli iniziali 4.400 dollari veniva poi "regalato" sul sito del magazzino del lusso Bergdorf Goodman a 1.500. Insomma, Michelle "influenza" lo stile, non promuove gli stilisti. Il dibattito è destinato a riaccendersi ora che un altro suo beniamino, il texano ex-surfista Tracy Feith, è sull'orlo del fallimento e non riesce a pagare l'affitto delle boutique di New York e Long Island. A lui si deve il vestito nero con stampe a fiori e uccelli - brutto - per il Wednesday's National Prayer Service, l'incontro di preghiera al quale tutti i neopresidenti americani partecipano con la consorte appena insediati. Un appuntamento, dal punto di vista mediatico, non proprio glamour, ma di qui a chiudere bottega ce ne corre. Cos'è cambiato? Anzi, com'è cambiata l'America a un anno e undici mesi dalla notte vestita da Rodriguez? "La first lady ha il merito di aver democratizzato la moda", commentavano allora gli osservatori del costume, promuovendo qualche sporadico golfino da grande magazzino di Michelle e bocciando il "total griffe" di Sara Palin, ex governatrice dell'Alaska. Ma ora Obama è in affanno e la Palin, proprio lei che veniva stroncata per aver speso 150 mila dollari per il guardaroba elettorale, guida il recupero repubblicano conquistando la gente con frasi fatte, tea party e talleurini legnosi. La crisi economica è spaventosa, investe anche gli stilisti. Se davvero era Michelle a tenerli in piedi, non basta più.
@boria_a
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Michelle Obama rosso fuoco firmato Prabal Gurung alla cena dell'associazione corrispondenti della Casa Bianca, il 1° maggio 2010 (foto Sutra Jewels, che firma il bracciale dorato) |
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