domenica 7 ottobre 2012

IL LIBRO

Lisa Corva, l'amore nella città dove niente è ciò che sembra


Un incontro casuale sulla pagina Facebook di un'amica, una foto di cielo e una citazione colta del maestro dei cieli, il pittore John Constable, una maglia a righe indossata da un uomo ruvido ma pronto a farsi coccolare, prima via social network e poi chissà. Sembrano gli ingredienti per l'innamoramento perfetto. Se non fosse che la storia inizia nella città dove niente è quel che sembra, dove una vecchia astronave abbandonata su un cocuzzolo in realtà è una chiesa e una pompa di benzina griffata è stata promossa a bar da happy hour, dove i biscotti cilindrici e diritti affondati dentro un "Berliner" si chiamano "storti" e per chiedere un cappuccino bisogna specificare la dimensione della tazza.
Sul Molo Audace, insomma, anche il lui della virtuale storia da manuale non è quel che sembra. E alla lei di turno, Benedetta, non resta altro che lasciarsi alle spalle questa Trieste sottosopra e tornare a Milano, da una mamma ex figlia dei fiori e bisognosa di badante, e poi a Londra, dove ha messo nel cassetto una raffinata laurea in storia dell'arte sull'unguentario di Maria Maddalena, per dedicarsi a miscelare profumi per un molto più prosaico "brand" beauty. L'essenza che le è stata commissionata dalla solita star over-quaranta in cerca di una qualsiasi etichetta su cui appoggiare il proprio nome, deve catturare l'essenza di vecchi libri, pomeriggi di pioggia, biancheria sexy, torta di mele, desideri sospesi e cera per pavimenti.
Desideri sospesi? Fragranza inafferrabile, almeno quanto la sostanza dei sogni e l'odore di pulito della cera. Ma sarà proprio nella Trieste dei contrari, in un vecchio negozio sopravvissuto agli shopping center e all'assalto delle lanterne rosse, che Benedetta troverà la soluzione: non l'uomo di facebook, che resterà, appunto, solo un desiderio sospeso, ma un prodotto d'altri tempi. Come d'altri tempi, quelli prima dei social network e degli ingannevoli corteggiamenti on-line, sarà forse un altro amore che l'aspetta.
Comincia così, con un cameo dedicato alla sua città natale, il terzo romanzo della scrittrice e giornalista triestina Lisa Corva, "Ultimamente mi sveglio felice", da martedì in libreria per Baldini&Castoldi Dalai, pagg. 240, euro 14,90. Trieste, per la protagonista, è più che mai un "nessun luogo", la città le cui luci scopre emozionata in fondo al golfo sull'onda delle parole di Joyce alla moglie Nora, per poi perdersi in una confusione di caffè sbagliati, cieli alla Constable diventati improvvisamente ostili, abbracci equivocati di un uomo che lei si ostina a volere "reversibile", come un cappotto.
E di caldo, Benedetta (nome d'elezione, perchè all'anagrafe l'inossidabile genitrice-contestatrice l'ha chiamata Asmara) ha tanto bisogno, al punto da scaldare il letto col phon, sempre che l'aggeggio non sia incardinato alla parete di un bagno d'albergo. C'è una mamma che è sempre più fragile, un casting badanti da gestire, una capa-Grande Tagliatrice da accontentare per non essere sforbiciata su due piedi dall'organigramma, con la sola consolazione di una seduta gratuita dall'hair stylist, e pure un'isterica che pretende un profumo con dentro un guazzabuglio di contraddizioni: vecchie mele, pioggia di biancheria, pomeriggi sexy, torta di cera. O, ancora una volta, è tutto il contrario?
Per fortuna che ogni mattina, sul giornale gratuito impilato nei bar o abbandonato nel metrò, trova la citazione da una poesia, un pugno di versi per "accompagnare" la sua giornata. Versi dove Benedetta si rifugia, se il cielo è una feritoia raggelante come il neon dell'ospedale, con cui si arrabbia, quando la vita le assesta qualche colpo che di lirico non ha proprio niente.
Ultimamente mi sveglio felice, aveva scritto, nel suo ultimo "status" Skype, un'amica che non c'è più, un'amica-maglione, di quelli che non riesci a buttare nemmeno quando sono logori, perchè ne conosci ogni punto, ogni rammendo, ogni occasione, ogni abbraccio dato e ricevuto dentro di loro. È un ritaglio che si aggiunge ai tanti, celebri, selezionati da Lisa Corva quando era giornaliera "spacciatrice di versi" sul defunto "City", free press di Milano. Così, alla fine, la protagonista del libro scopre che è la nostra poesia domestica, intima, a farci scegliere la direzione giusta.
twitter@boria_a
Lisa Corva a Trieste fotografata da Jana Urbas

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