domenica 31 agosto 2014

IL PERSONAGGIO
Fotografo Escapista


Il Bagno Ausoni a Trieste fotografato da Escapista

Il suo racconto fotografico dei tuffi al Bagno Ausonia, è finito, il 1° agosto scorso, sul Financial Times, nella pagina in cui artisti, designer, blogger, uomini d'affari descrivevano la loro "perfect summer", l'estate ideale. Sette immagini dalla patina un po' fanè, quasi anni Sessanta, che trasmettono la sensazione di un divertimento semplice e d'altri tempi, genuino e alla portata di tutti, quando bastava davvero un tuffo strampalato, una "clanfa", per riempire l'estate di grandi e bambini. La libreria di Saba, invece, l'ha fotografata per il più importante quotidiano spagnolo, "El País", dov'è già apparsa un paio di volte: file e file di libri che sembrano svettare fino al cielo, le mura di carta di un castello pieno di suggestioni. Ma sfogliando rapidamente il portfolio di questo singolare fotografo che si nasconde dietro il nom de plume di Escapista, scopriamo altre sorprese: il fascinoso James Franco a Venezia, un insolitamente pensoso Neri Marcorè accovacciato a terra, il pugile Brunet Zamora, coi pettorali tatuati e la mano fasciata. E poi i sorrisi dei bambini siriani in guerra e il gioco crudele di uno di loro, che si punta in bocca l'arma giocattolo, interni di case triestine, con i loro abitanti ritratti sul divano, un ritaglio di vita familiare sull'anonima terrazza di un condominio, la singolare storia d'amore (che finisce pure male) tra un uomo e un manichino, modelle in posa per un servizio di moda.
Escapista al secolo Diego Artioli, 43 anni, ha alle spalle una vita "vagabonda", ma Trieste è la sua città d'elezione e ci vive da quindici anni, oggi anche con la moglie, psichiatra spagnola che lavora al Sert, e la piccola Nina. La Spagna ce l'ha un po' nel sangue, e non solo in quel nome d'arte che vuol dire "fuggitivo", perchè spagnola è anche sua mamma e perchè la Spagna - dice - dall'Estremadura a Valladolid, «è un paese che riesce ancora a offrirti cose inaspettate». Nel suo studio in piazza della Borsa c'è una microstoria in due "scatti" raccolta in terra iberica: un gruppo di agnelli che fissa l'obiettivo e poi un macellaio tra i quarti appesi alle sue spalle.
Nato a Bolzano, studi a Bologna, tre anni in Germania, poi l'approdo, un 23 dicembre a Trieste per lavoro, e l'innamoramento istantaneo per la città. Ancora, una lunga parentesi ad Atene, poi il matrimonio e la paternità. E la scelta di fare della fotografia un mestiere, sette anni fa, da autodidatta. «Adesso però studio», precisa subito. «E mi piace molto il lavoro dell'americano Gregory Crewdson, i suoi racconti fotografici che sono piccoli set cinematografici. Nella vita ho fatto davvero di tutto - continua Artioli - ho venduto macchine, ruote, bicchieri. La fotografia però è stata sempre la mia passione, anche se adesso, con il digitale, il committente tende a pensare che chiunque abbia un cellulare o un tablet possare fare il fotografo. È una lotta, ma cerco di non cedere. Il Financial Times? Mi hanno contattato direttamente dopo aver visto i miei lavori sul web. Lo stesso per El País».
Niente specializzazione, che «è per le formiche», dice, e che trova riduttiva come leggere un solo genere letterario. Quindi, collaborazioni con quotidiani, con magazine come Stile del Corriere della Sera o riviste specializzate come Visionaire, case di moda, grandi magazzini, privati. «Fotografo di tutto, fuorchè i matrimoni. Ma ammiro chi lo fa, perchè gli sposi sono il cliente più difficile ed è complicato trovare qualcosa di nuovo da dire... Trieste è straordinariamente fotogenica e all'esterno piace molto: ha natura, architettura, case e appartamenti privati che sono location fantastiche, anche la popolazione mista ha fattezze particolari, diverse. Lavorarci da fotografo, però, a meno che tu non faccia matrimoni, non è facile. Se non hai passione, smetti». Per riuscire a "vivere" solo di fotografia, appunto, Artioli sta avviando un altro progetto con una collega, che si chiamerà l'Officina delle briciole e avrà sempre come base piazza della Borsa. Punterà a sviluppare il filone della ritrattistica a prezzi più bassi: "scatti" di singoli, famiglie, animali, occasioni, a un costo abbordabile ma senza rinunciare alla qualità. «Sarà bello entrare nelle case. Oggi con un selfie sembra si possa fare tutto...».
L'anno scorso Diego Artioli ha firmato un reportage in Siria, a Binnish, nella provincia dell'Idlib, seguendo l'associazione no profit "Syrian Children Relief" nel suo tentativo di consegnare aiuti umanitari. Ha passato da clandestino la frontiera turco-siriana, ha subíto un bombardamento delle truppe pro-Assad, ha incontrato combattenti di diversi gruppi armati. «Raccontare storie è la parte che più mi affascina del lavoro. Come i viaggi della gente, le migrazioni, che sono una parte fondamentale della vita. Purtroppo è difficile trovare chi te le paga queste fotocronache. Amo anche i ritratti: quando dietro il viso c'è una storia è più facile». E un viaggio triste e ironico al tempo stesso, piccolo concentrato di cronaca quotidiana, è quello che si può fare sul suo sito (www.escapista.net) seguendo la vicenda di Mr. Lonely, protagonista di un amore con una donna-manichino: il colpo di fulmine, il corteggiamento, il matrimonio, il tradimento, la tragedia...
Intanto, anche se per scaramanzia i dettagli non li scopre, Escapista sta lavorando a un progetto commissionatogli da un'istituzione spagnola per la festa della donna 2015, con immagini scattate, almeno per metà, a Trieste. «Non cerco mai bellezze facili, nè nelle donne, nè negli uomini. Non mi piace lo spettacolo che c'è fuori dalle sfilate di moda, con la gente agghindata apposta per gli obbiettivi. Quella è pornografia, non fotografia».
twitter@boria_a


"Clanfe" dal Bagno Ausonia firmate da Escapista

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