sabato 17 agosto 2019

MODA & MODI

Cravatta uguale a laccio


Che cosa ci ha lasciato il #metoo? Tante legittime rivendicazioni di identità femminile naufragano in passerelle piene di simboli mutuati dal guardaroba maschile. Lo slogan della moda invernale è “empowerment”.

Potere? Ci aspetteremmo di vederlo declinato in collezioni modellate sul corpo delle donne, con sicurezza ed equilibrio, mentre molti stilisti hanno scelto di rileggere la donna alla luce dell’uomo, cucendole addosso, con qualche acconcio alleggerimento, capi del suo guardaroba. Non è anche questa un’«appropriazione» indebita che ci dovrebbe far discutere, come quando ci indignamo perché la moda sfrutta a fini commerciali i simboli e i motivi propri di alcune culture, dai kimoni ai turbanti? L’hanno definito lo stile della “bossy girl” e in quel “boss” c’è un fastidioso senso di sopraffazione.

Spalle larghe, giacche coperte di tasche, combat boots, tailleur pantaloni, doppiopetto, bomber, pantaloni cargo, dolcevita. La signora del prossimo inverno ha a disposizione un intero armamentario da guerra, dove prevale l’elemento della forza su quello della persuasione, la chiusura sulla gentilezza. La strada dei diritti e della parità è ancora lunga e accidentata, e per attrezzarci a percorrerla la moda ci mette a disposizione indumenti che incarnano ruolo e potere per antonomasia.


Quale soluzione più facile che quella di pescare capi e accessori da maschio, smorzandoli con qualche trasparenza, una spruzzata di paillettes o un abitino sottoveste qua e là? Ci vestiamo, o travestiamo, da uomini per accorciare le distanze. Ma è una soluzione illusoria e la cravatta, che ritorna alla grande sotto le giacche a doppiopetto, sembra l’ennesimo laccio. 
@boria_a

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