martedì 14 giugno 2022

MODA & MODI

La perversa attrazione

per il vero uncinetto

 


 

 

I lavori all’uncinetto sulle bancarelle sono diventati pezzi di tendenza. Chi li guardava con sufficienza, come passatempo da terza età, adatti perlopiù al mercatino domenicale degli hobbisti (lo ammetto: io), scopre di esserne perversamente attratto. Quegli assemblaggi di colori snobbati perchè un po’ kitsch, che accettavamo con un sorrisetto di circostanza se regalati da nonne e prozie, oggi sono la sintesi più genuina, colorata, divertente di quei valori su cui la moda di questi tempi discute parecchio, facendone spesso solo uno slogan: manualità, risparmio, sostenibilità. Ritorniamo agli anni Settanta e ne recuperiamo lo spirito e la leggerezza, quando il capo all’uncinetto spopolava nel guardaroba hippy, simbolo del bisogno di autenticità, della voglia di valorizzare e trasmettere un patrimonio antico di lavorazioni tradizionali. 


Nel gergo modaiolo si preferisce definirlo crochet, perché francesizzando, l’uncinetto esce dalla dimensione domestica e viene promosso a oggetto del desiderio, che caratterizza una stagione. Ci sembra di vederlo dappertutto perchè griffe del lusso e fast fashion l’hanno equamente vampirizzato, piazzando i loro loghi sui punti a catenella delle canotte o sulle borse “granny square”, fatte dei quadratini della nonna.


Dal berretto al bikini, dalla giacca all’abito, dalla borsa alle scarpe: oggi di uncinettato non c’è che l’imbarazzo della scelta, in qualsiasi foggia e colore. Celebrità e influencer di passaggio si fotografano in vestitucci a maglie larghe, giurando di maneggiare regolarmente il ferretto per rilassarsi. La serialità industriale spersonalizza e mette al riparo anche dal più impercettibile, umanissimo, difettuccio di lavorazione. Se poi il crochet è griffato, come il famoso maglione di Harry Styles che ha fatto impennare le ricerche online, ecco che il prezzo schizza alle stelle, quasi si trattasse davvero di capi artigianali e unici. Prendete un modello di borsa celebre e riconoscibile, proponetela in versione crochet ed è pronta la circolarità deluxe per le vetrine Instagram. Dall’uncinetto alla macchina industriale, però, l’obiettivo si è perso di vista.


DIY, do it yourself, fattelo tu. L’idea viene da lontano, ma oggi ha una nuova forza. Senza pretendere di salvare il pianeta, confezionare qualcosa con le proprie mani, riparare, trasformare, recuperare, ci aiuta a conoscere i materiali, a rispettarne il valore e insieme a valorizzare il nostro tempo. Agucchiare e sferruzzare diverte e rilassa ed è anche un modo di stare insieme e di comunicare. Quello che una volta si imparava in casa, ora si fa in gruppo, o con l’inesauribile offerta di immagini, lezioni, video, tutorial della piazza virtuale. Se poi i risultati sono modesti, basta cedere all’ipnosi cromatica delle perfettissime e caleidoscopiche borse a centrini della bancarella. Tutte diversamente no-logo.

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