lunedì 6 marzo 2023

MODA & MODI

Un sandalo peloso per tutte le stagioni 

 

 

Getty Images, proposta di Sportmax
 

 

Divisivo. L’aggettivo passepartout quando sulle passerelle compaiono capi e accessori in cui è difficile rintracciare un pensiero logico. Ogni volta che risorge l’animalier, per esempio, siti e riviste, lungi dall’azzardare giudizi, chiedono a noi di schierarci: stiamo con le panterate o scappiamo alla velocità del suddetto animale davanti a qualsiasi timido accenno di pelle maculata? Ebbene, anche il 2023 ha il suo bravo accessorio divisivo: i sandali pelosi. Come per l’animalier, appunto, come per le birkenstock, le calze color carne, i fantasmini, l’avvertenza è di rigore in ogni pagina cartacea o virtuale dove queste strane scarpe approdano: o le si ama o le si odia.

Prima di prendere una decisione così manichea, però, molti altri interrogativi si affollano, a cominciare dall’imprecisata stagionalità delle calzature. Saranno bizzarri sandali francescani con base riscaldante, in modo da permetterci di sfoggiare a piedi nudi l’ultima nuance di smalto anche in pieno inverno? O saranno ciabattine estive da indossare fino alla spiaggia, certe di riportare a casa, intrappolata nei lunghi filamenti colorati, sabbia in abbondanza da rendere il ricordo della giornata indelebile?


Cominciamo dalla descrizione. Più che sandali pelosi, il cui nome suona poco accattivante, le nuove calzature vengono definite dalle veline del marketing, “teddy” e “fluffy”. Vuoi mettere un sandalo peloso con un fluffy sandal? L’onomatopea evoca subito qualcosa di morbido, tenero e confortevole, di cui, a differenza dei peli, non vogliamo assolutamente liberarci. Le versioni più recenti sono infradito col tacco basso e un ampio sottopiede interamente ricoperto da eco-pelo colorato ed esuberante che sfiora il terreno. Chi ama il tacco non resterà deluso perché si trovano modelli dall’alta zeppa irsuta, che esaltano il piede nudo infilato in un sottile cinturino, anch’esso peloso, all’altezza delle dita. Si sono impellicciate le crocs, le ugg, le birkestock, mantenendo il loro dna di ciabattone, così da consentirci di passare dalle mura domestiche all’esterno senza la molestia di cambiare scarpe. I brand del lusso piazzano il logo sul carapace in sherling della pantofola con suola a carro armato, o puntano sulla seduzione dello stiletto, circondando il piede con una morbida nuvola “furry”, in una palette di colori delicatissima, giallo albume, rosa, azzurro carta da zucchero.

 

Pelosi con tacco kitten di Gucci

 

Ritorniamo al primo quesito: in che stagione li metto? Tutto l’anno, trillano le influencer, intente a rimirarsi le estremità circonfuse dal vello sul divano di casa. Portabilissimi anche d’estate, assicurano molti articoli dedicati. Insomma, vanno bene per temprarsi in tutte le stagioni, sfidando il congelamento invernale e l’ipersudorazione estiva. Meno chiara è la procedura di manutenzione. Che fare quando la pelliccetta si sporcherà? Quando tratterrà polvere e sudore, quando prenderà pioggia e l’eco-pelo si spiaccicherà come quello di una qualsiasi, mestissima e consunta ciabatta domestica? Sono calzature divisive, lo dicevamo all’inizio. L’aggettivo “brutto” nella moda è bandito, ma forse “insensato” si potrebbe rivalutare. 

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