martedì 10 luglio 2007

MODA & MODI: estreme estremità

Meghan Cleary (www.missmeghan.com)

La pazza estate è cominciata, soprattutto dietro le scrivanie. Il caldo affloscia i freni inibitori e il primo a saltare è quel dress code da ufficio che, per quanto trito, nei mesi invernali impedisce alla dignità estetica di finire allegramente sotto i piedi.
I piedi, appunto, sono i primi a beneficiare della liberazione selvaggia dall'indumento. Ecco allora che lui infila il piede nudo nel mocassino o nella scarpa da ginnastica perchè ha seguito con attenzione le ultime passerelle della moda maschile, salvo poi - visto che in genere la sua giornata dura più dei due minuti della passerella - doverlo scrostrare ogni sera con laboriose operazioni. Meglio nudo, comunque, che infilzato nell'obbrobrioso «fantasmino», quella mezza calzetta, in tutti i sensi, che molti davano prossima a morire già nelle scorse stagioni e che invece continua a godere di ottima salute e soprattutto fuori dalle palestre, dove invece dovrebbe essere confinata.
Non c'è niente che accasci di più qualsiasi tipo di velleità, giammai erotica ma pure di semplice conoscenza, che vedere quel piccolo ritaglio di stoffa spuntare dal bordo della scarpa, bianco o anche blu che fa più distinto, come ad affermare una sua orgogliosa presenza («fantasmino», lo dice già la parola, ha un che di infantilmente burlone e finisce per risalire sempre da qualche parte, per quanti sforzi si facciano per schiacciarlo verso la pianta del piede). E che dire di quei sandaloni marroni, bisex, da teutonico in vacanza che hanno il duplice effetto di dare al piede la linea di una bistecca oltre ad appiattire verso il basso tutto il polpaccio?
D'estate poi si assiste a uno strano fenomeno di mutazione genetica femminile: le «zoccolanti», che d'inverno infilano i jeans con le tasche posteriori griffate dentro stivaloni da mandriano e che deambulano con la stessa leggiadra gentilezza, si trasformano nelle «ciabattanti», il cui arrivo è annunciato dall'inconfondibile «s-cic s-ciac» delle infradito di gomma, un tempo la calzatura dei vacanzieri che sciamavano mestamente verso le spiagge i massa, oggi sdoganate per la vita urbana.
Meghan Cleary ne «La tenuta perfetta» mette in guardia: «Le scarpe rappresentano il tuo stato d'animo. Indossare flip flop in ufficio non è un buon messaggio. Vuol dire che ti senti rilassato e in vacanza» (suggerimento applicabile anche agli stivaloni, altrettanto rumorosamente «ludici»). Banche e grandi società inglesi e americane le hanno specificamente vietate, mettendo un argine alla deriva balneare del «casual friday», l'abbigliamento sportivo concesso nel venerdì che precede la pausa del weekend.
Ma l'allegra estate dell'ufficio non finisce qui. Spuntano camicie fiorate, quelle che di solito si mettono una volta sola, nel viaggio di ritorno dalla vacanza esotica, ombelichi e pancette a vista, canotte, pantaloni informi, polo stazzonate che rivelano ogni debordaggio, cinture taroccate, «crocs», abiti sottoveste che non aiutano nemmeno la carriera, visto che, dicono gli psicologi, mostrare le proprie imperfezioni abbassa l'autostima e suggerisce indecisione (indecisione? Caso mai coraggio...).
La ricetta? Un po' di buon senso. A cominciare dalle estremità. E se proprio si è tentati dai bermuda, ricordare che Armani li considera di suprema eleganza per l'uomo, purchè portati con giacca e cravatta. E sempre, sempre, con i calzettoni.
@boria_a

Nessun commento:

Posta un commento