martedì 25 agosto 2009

MODA & MODI: il little black dress che dura un anno intero

Coco Chanel, probabilmente, arriccerebbe il suo naso pronunciato. Ma le fan della moda "sostenibile", sempre più numerose e fantasiose, sono entusiaste dell'idea. Il famoso "little black dress" di mademoiselle, icona vestimentaria dello stile intramontabile, diventa un abito da trecentosessantacinque giorni l'anno, basta reinventarlo ogni mattina con accessori diversi, riciclati, recuperati su e-bay o nei mercatini delle pulci e rigorosamente no-logo. Collegatevi a theuniformproject.com e guardate un po' cosa è venuto in mente alla pubblicitaria newyorchese Sheena Matheiken. Un antidoto divertente alla crisi e una crociata contro l'industria della moda, che alimenta lo spreco e la corsa al superfluo, spingendo le shop-aholic di tutto il mondo a liberarsi ogni anno di milioni di tonnellate di abiti smessi pur di non perdere presunti trend. Ecco, allora, la sfida. Un vestito solo lungo dodici mesi. Da maggio, Sheena indossa ogni giorno l'abitino nero - in realtà sono sette, uno per ciascun giorno della settimana, disegnati per lei dall'amica stilista Eliza Starbuck - e tiene un diario fotografico quotidiano sul blog dove illustra come "galvanizzare" la mise perchè sembri sempre nuova.
Con il vestituccio nero si può andare anche a un matrimonio (verificate sul 14 giugno), basta aggiungervi un grande collo, una sottoveste di pizzo e un paio di orecchini vintage. Negli altri giorni, non c'è che da sbizzarrirsi con leggings psichedelici, gilet, cappelli, cinture, calzettoni, occhiali e con tutta una serie di collane pazzoidi regalate dai fan dell'iniziativa.
Che, sempre in linea con la sostenibilità, ha uno scopo benefico, per finanziare le uniformi dei ragazzini indiani in età scolare (Sheena stessa accantona un dollaro al giorno, uno ogni "cambio" d'abito). Lei, infatti, è lì che ha fatto pratica: «Sono cresciuta nel sistema indiano in cui le uniformi nella scuola pubblica erano obbligatorie. Volevano imporre uniformità ai ragazzini, ma ognuno di noi si divertiva a esprimere la propria personalità e la propria creatività interpretandole a modo proprio».
Del "little black dress", a essere sinceri, resta poco. Le sovrapposizioni sono talmente tante che si fa fatica a riconoscerlo. Ma, a parte qualche maltrettamento eccessivo (il cowboy del 4 luglio, lo stile "edoardiano" del 5 maggio...), Sheena mette in rete una miniera di idee a poco prezzo e qualcuna decisamente chic, che a Coco sarebbe piaciuta (verificate l"executive" del 12 maggio o la deliziosa "fleurette" del 28 luglio, con una collana vintage di margherite all'uncinetto...).
In fondo, anche nel caso di mademoiselle Coco, tutto nasce dall'uniforme: odiava quella del suo collegio di orfana e si vendicò imponendo a tutte le donne di indossarne una uguale, bianca e nera, bellissima ma pur sempre uniforme. Sheena si è esercitata fin da piccola a "mimetizzare" quella della scuola e ora è lei a tiranneggiare con ironia chi, per forza, vuol mettersi una divisa...
@boria _a
Sheena Matheiken

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