martedì 9 marzo 2010

MODA & MODI

Carla versus Svetlana, the winner is braless

Dieci anni fa, quando era "solo" una top model, Carla Bruni l'aveva detto: non ho un seno sconvolgente e posso mostrarlo, nessuna volgarità. Dieci anni dopo, premiere dame di Francia, ha cambiato ruolo ma non idea, a dispetto dell'ufficialità delle situazioni. E così eccola, senza reggiseno, in un abito azzurro pavone di jersey, firmato dallo stilista di origine francese Rouland Mouret, seduta accanto al presidente russo Dmitrij Medvedev e consorte.
Accollatissimo e attillatissimo, il busto in trasparenza, con il profilo dei capezzoli perfettamente godibile (accentuato da una strategica pence), ha fatto in un battibaleno il giro dei blog e della stampa internazionale. Scandalosa Carla che, a un impegno di Stato, è riuscita non solo a concentrare su di sè tutti gli occhi del mondo, rilanciando un'immagine ultimamente un po' in affanno, ma soprattutto a oscurare l'altra "first" al tavolo, Svetlana Linnik, modaiolissima signora Medvedev con una preferenza spiccata per i colori confetto e con un seno da kolchoziana impossibile da lasciare in libertà. Tacco appena accennato per Carlà, altrimenti la distanza dal nanerottolo marito sarebbe sembrata, questa sì, irrispettosa del nazionalismo d'oltralpe, contro gli stiletto preferiti dalla compatta "first" russa. Seno in tralice, contro un busto debordante decisamente bisognoso di essere irregimentato. Inutile dire che non c'è stata competizione. Il dibattito, invece, si è acceso. Nemmeno i calzoncini e le gambe completamente scoperte di Michelle Obama, paparazzatissima mentre scendeva
dalle scalette dell'aereo presidenziale in versione familiar-vacanziera, hanno sollevato opinioni e contributi così intensi e schierati. Lì tutti concordavano sull'immagine tonica e sportiva della mamma d'America pronta a un paio di settimane di giochi all'aria aperta con la prole, all'insegna del moto e della salute. Quindi nessun equivoco sul messaggio trasmesso all'obesa platea yankee da quei robusti centimetri di cosce a vista: relax e salutismo. Carla, invece, s'interrogano i fashion "observer", che cosa avrà voluto dire? Troppo furba per stracciare il protocollo senza un buon motivo. Troppo sicura di sè per ricorrere alle trasparenze per foto e copertine planetarie. Troppo "già esposta" per giocare col suo corpo (era appena diventata la signora Sarkozy quando è comparsa senza veli sulla rivista GQ, con la fede
bene in vista, era in maglietta e senza reggiseno anche al funerale dell'amatissimo fratello...). Troppo tutto, insomma, per non calcolare la portata di quel nudo. E se fosse soltanto, di nuovo, il sottile divertissement dell'eliminazione diretta? Successe, senza storia, con Camilla, un fagotto che nulla ha potuto davanti all'eleganza siderale del grigio Dior. Successe, un anno fa, a Strasburgo: un altro grigio Dior, questa volta polvere, appannò una Michelle un po' sopra le righe, in nero e fucsia. È successo ora per eclissare Svetlana, la signora venuta dal freddo che ama la mondanità. Carla nuda e copertissima, vincente, ancora una volta, per sottrazione.
twitter@boria_a
Carla Bruni nell'abito di Rouland Mouret

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