mercoledì 18 settembre 2013

IL LIBRO

Sira e Blanca, le donne di Maria Dueñas

La scrittrice spagnola Maria Dueñas

Una donna che ha perso le sue coordinate e un capitolo di storia spagnola da riscoprire. Ancora una volta Maria Dueñas trova l'alchimia tra questi due elementi per confezionare un romanzo teso e affascinante, ricco di rimandi al passato senza essere pedante, dove le scelte della protagonista diventano un elegante pretesto per andare indietro nel tempo, sulle tracce, e dentro i segreti, del Camino Real, le missioni dei francescani spagnoli in California. "Un amore più forte di me" (Mondadori, pagg. 389, euro 19,50) esce a tre anni di distanza da "La notte ha cambiato rumore", il primo libro di Dueñas, diventato un best seller da venti edizioni grazie al passaparola dei lettori. Al centro della vicenda c'è sempre una donna i cui punti di riferimento familiari e sentimentali si liquefanno dal giorno alla notte, costringendola a tagli chirurgici e svolte repentine per ritrovare un equilibrio. Nel romanzo d'esordio ("La notte ha cambiato rumore") era Sira, la sarta che diventerà creatrice di alta moda nel protettorato spagnolo di Tetuàn, in Marocco, e stringerà amicizie pericolose con alti esponenti del regime franchista. In questo nuovo libro è Blanca Perea, docente come l'autrice, che, all'indomani della scoperta del tradimento del marito, prossimo padre del figlio di un'altra donna, accetta l'incarico della defilata università di Santa Cecilia, in California. Si tratta di mettere ordine nelle carte di Andrés Fontana, un letterato spagnolo morto trent'anni prima, il cui lascito è da allora sepolto sotto la polvere e l'indifferenza.
Quella di Blanca è una fuga. Dal tradimento, dalla disillusione, dal ricordo di una vita familiare solida e in apparenza serena che ha contribuito a costruire con tante rinunce, anteponendo le ambizioni del marito a qualsiasi sua gratificazione professionale. E le carte di Fontana, le sue minuziose ricerche sulla fondazione delle missioni oltreoceano, rappresentano il primo rifugio in cui barricarsi, il puzzle monco dei suoi appunti l'antidolorifico con cui addormentare il cervello e impedirgli di attorcigliarsi sul passato.
Dai freddi documenti, alle onde magnetiche di un uomo vero. Quando Blanca vede per la prima volta il volto di Fontana in una vecchia fotografia, capisce che il suo approccio è sbagliato. Non bisogna solo registrare e archiviare fogli ingialliti, ma tornare sui passi del letterato, vivere la sua passione, cercare, come lui, di svelare il mistero di un francescano ribelle alle direttive dei superiori e di una missione di cui non esiste alcuna traccia.
Quelle carte nascondono non solo le orme del Camino Real, ma le ombre di tante vite. Quella di Daniel Carter, per esempio, l'allievo più brillante di Fontana, oggi luminare degli ispanisti americani, che torna a Santa Cecilia non appena ha notizia che qualcuno sta mettendo le mani sull'eredità del maestro. Di Aurora, la moglie che Carter aveva incontrato durante un viaggio di formazione in Spagna e sposato su due piedi in modo rocambolesco, contro ogni convenzione, anche lei rimasta vittima delle ambizioni di un marito giovane e promettente, fino a morirne. Di Luis Zárate, il frustrato direttore dell'istituto universitario, di Darla Stern, l'ottuagenaria ex segretaria, una megera inacidita con i suoi segreti e le sue recriminazioni.
Tutti questi personaggi devono fare i conti con qualcosa di irrisolto, un filo tagliato di netto e rimasto a penzoloni. Sullo sfondo di un pezzo di Spagna trapiantato in America, è la passione che alla fine riuscirà a riportare ciascuno di loro alla vita. Come in quella di padre Altimira e della sua "Misión Olvido", l'ultimo tassello del puzzle viene alla fine recuperato e rimesso con delicatezza al suo posto. Così il disegno, individuale e corale, può essere letto. E la sfida di un altrto amore, accettata.

twitter@boria_a

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